La legge elettorale è un argomento da sempre complesso per le persone comuni perché troppo tecnico e specifico. L’obiettivo dei media è quello di rendere consapevole gli elettori ed è quello che proveremo a fare.
Differenze con l’ultimo sistema elettorale non incostituzionale
Il sistema a cui stanno pensando Berlusconi, Grillo, Renzi e Sinistra italiana è differente dal Mattarellum, con cui abbiamo votato dal 1993 al 2006 -sostituito dal famoso Porcellum nel 2006-, ma ne riprende la forma ibrida in parte maggioritaria (per garantire la governabilità) ed in parte proporzionale (garantire la rappresentanza in base ai voti). Con il vecchio sistema, che prende il nome dall’attuale Presidente della Repubblica il quale lo concepì, la quota maggioritaria era del 75% e quella proporzionale del 25. Oggi, invece, le due percentuali sono del 50% per garantire maggiormente la rappresentatività, circa la quale si è espressa la Corte Costituzionale nelle sentenze su Porcellum ed in quella più recente sull’Italicum. Veniamo al modello di cui si sta discutendo in questi mesi, partendo dalla differenza più importante.
Legge elettorale: la proiezione dei voti
Lo schema del 50% proporzionale e maggioritario porterà a questi risultati elettorali:
Alla Camera i 630 seggi sarebbero assegnati come segue: legge elettorale, legge elettorale, legge elettorale
- 303 in collegi uninominali
- 303 in piccoli collegi plurinominali
- 1 collegio uninominale per la Val D’Aosta
- 8 collegi uninominali + 3 seggi con recupero proporzionale per il Trentino Alto Adige
- 12 nella circoscrizione estero.
Queste, invece, le proiezioni al Senato: legge elettorale, legge elettorale, legge elettorale legge elettorale
- 150 in collegi uninominali (il Molise costituisce un unico collegio)
- 150 in piccoli collegi plurinominali
- 1 collegio uninominale per la Val D’Aosta
- 6 collegi uninominali+ 2 seggi con recupero proporzionale per il Trentino Alto Adige
- 6 nella circoscrizione estero.
I candidati che ottengono più voti al Senato o alla Camera ottengono lo scranno in Parlamento, anche se superano di un solo voto il secondo più votato. Dunque un eletto che ottenesse più voti in un collegio plurinominale od uninominale sarà eletto a prescindere dal superamento dello sbarramento da parte del suo partito.
Soglia di sbarramento. La prima sostanziale modifica riguarda la soglia di sbarramento, che oggi è al 5% e con il Mattarellum era al 4.
Il Senato. Un altro aspetto è sancito dalla Costituzione riguarda Senato e Camera poiché il primo deve avere rappresentanza su base regionale. Infatti, il riparto della Camera Alta sarà regionale, fermo restando la soglia del 5% calcolata su base nazionale.
I collegi. Il territorio nazionale sarà diviso in collegi plurinominali formati da più uninominali. In questo modo si garantirà la rappresentatività dell’eletto su cui aveva insistito la Consulta. La mappa dei collegi deve essere stabilita dal Parlamento entro 45 giorni dall’approvazione del disegno di legge.
Le liste. Potranno appoggiare lo stesso candidato nel proporzionale e correre da sole a livello nazionale per la quota proporzionale. Questo significa che l’iniziale possibilità di voto disgiunto partito x e candidato del partito y oggi non è più possibile poiché il binomio eletto-lista a supporto diventerà un binomio inscindibile. Accanto ad ogni candidato nel maggioritario ci saranno i simboli delle liste a lui collegate nel proporzionale e accanto al simbolo delle liste saranno stampati i nomi dei candidati (da due a quattro) del corrispondente listino bloccato. Le schede si presenteranno con il nome del candidato e la lista che lo supporta. Lo stesso candidato – Mario Bianchi, per esempio- potrebbe apparire più volte associato a più liste e ne potrebbe giovare quella sorteggiata per prima sulla scheda. Inoltre, è stabilito per legge che il voto sarà ritenuto valido in caso di croce posta sul nome del candidato, sul simbolo o su entrambi.
Libertà di scelta dell’eletto. Un candidato potrà presentarsi in un collegio uninominale e in più collegi plurinominali, fino a un massimo di tre. In caso di elezione in più collegi non ci sarà più libertà di scelta dell’eletto (come avveniva prima): se eletto con l’uninominale e con il proporzionale, sarà eletto nel seggio uninominale; se eletto in più di un collegio plurinominale, gli sarà assegnato il seggio corrispondente al collegio in cui la lista ha preso una percentuale minore di voti. Nelle ultime ore sembra si stia andando verso l’obbligo assoluto di candidarsi solo in un collegio.
Quote rosa. Nessuno dei due sessi potrà rappresentare più del 60% dei candidati di un listino bloccato. Con il risultato che, nei collegi plurinominali con due seggi da assegnare, saranno un uomo e una donna; con tre seggi, due uomini e una donna o due donne e un uomo; con quattro seggi, fino a tre uomini e una donna (o naturalmente l’inverso). La direzione in cui si stanno andando i rumors mentre scriviamo questo articolo sarebbe l’approvazione della rappresentanza del 50% per entrambi i sessi.
Lo scorporo dei voti dal maggioritario. Nel Mattarellum, i voti ricevuti dai candidati nel maggioritario erano scorporati (ovvero non venivano conteggiati) nella parte proporzionale. Era un sistema per favorire le liste più piccole, che non avrebbero eletto molti candidati nell’uninominale, mentre oggi è proprio quello che sembrerebbe si voglia evitare visto che i principali artefici di questo sistema sono i tre partiti italiani con più voti.
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Ferdinando Paciolla
Fonti media