È con questo primo articolo sulla scrittrice Irmgard Keun che tenteremo di schizzare il mondo tedesco e berlinese degli anni ’20, per poter capire non solo i costumi dell’epoca, ma anche chi viveva quella particolare realtà. Gli anni compresi tra il 1920 e il 1930 sono ricordati come i più vibranti ed entusiasmanti della storia della Germania e della città di Berlino. In questo periodo non si assiste soltanto all’inaugurazione di locali, teatri e cinema, ma anche al grande sviluppo culturale, scientifico, industriale, architettonico e urbanistico: la splendida realtà dei celebri “anni ruggenti”. Quest’ultimi però nascondono “in potenza” un livello di degrado e decadenza che raggiungerà il suo culmine con l’ascesa del nazismo.
Indice dell'articolo
Che cosa cambia in Germania?
In questo periodo non mutano solo gli aspetti più disparati della vita quotidiana, ma anche i rapporti sociali e umani, compresa l’identità femminile, influenzata dai modelli americani che giungono nella metropoli tedesca con le nuove riviste patinate e i film di Hollywood. Cambia, dunque, il ruolo e la funzione della donna “angelo del focolare”, dedita alla cura della casa, dei figli e del marito. Per comprendere questo tipo di mutamento, che per alcuni diventa uno “stravolgimento sociale”, può risultare molto utile rifarci ad un esempio concreto, come il romanzo della scrittrice tedesca Irmgard Keun, La ragazza di seta artificiale (1932).
Il romanzo di Irmgard Keun
Questo testo uscì in Germania nei primi anni Trenta e ottenne subito un grande successo; dimenticato con l’avvento della guerra, fu successivamente ripreso negli anni Settanta. La protagonista è Doris, una giovane donna che lavora come segretaria per un avvocato in una città di provincia. Dopo aver preso la decisione di licenziarsi, si trasferisce a Berlino alla ricerca del successo, della fama e soprattutto di quell’emancipazione che la realtà di provincia non le avrebbe mai potuto dare. Purtroppo, invece di diventare celebre come un’attrice di Hollywood oppure la moglie di un ricco uomo d’affari, Doris vivrà una lenta discesa verso la povertà e la prostituzione. Attraverso le parole e le vicende raccontate dalla protagonista, Irmgard Keun cerca di descrivere e ripercorrere la squallida realtà vissuta da molte donne negli anni Venti a Berlino: una città ben diversa da quella luccicante, lusinghiera e invitante promessa dalle riviste patinate.
L’influenza americana
L’influenza dello stile di vita americano è molto forte in tutta la Germania, soprattutto a Berlino: ogni sera nei locali non si fa altro che suonare jazz e ballare il charleston, mentre nei cinema si proiettano continuamente film con le star hollywoodiane. La diffusione di questo nuovo modello, però, crea anche molta confusione e al contempo paura: ciò, infatti, potrebbe causare un livellamento della cultura nazionale tedesca, basata essenzialmente sull’egemonia del libro. Dunque, in una metropoli come Berlino, i nuovi impulsi e la molteplicità delle offerte comunicative potrebbero causare una perdita dell’“aura” della letteratura.
La donna a Berlino
Come già visto, tra le principali novità della Repubblica di Weimar ci imbattiamo nella nuova figura femminile che si rifà alle Girls americane e che trasforma la capitale tedesca nella «città delle donne». A quest’ultime sembrano contrapporsi le più serie impiegate di provincia, colleghe di Doris, dedite al lavoro e alla famiglia. In realtà, in entrambi i modelli femminili si può notare un certo contrasto fra la tendenza a raggiungere l’autonomia e l’emancipazione e le imposizioni esterne.
L’elemento cinematografico
Il testo di Irmgard Keun – un esempio del conflitto visto sopra -, prendendo a modello il genere diaristico fittizio molto diffuso in America in quel periodo, opera un suo rovesciamento poiché nella storia di Doris non c’è alcun happy end (fenomeno che si può raramente osservare nei romanzi americani). Il libro di Keun si propone come Zeitroman perché descrive la realtà dell’epoca, definita una Kostümierung, ossia una mascherata proprio come nei film. Ed è l’elemento cinematografico ad essere centrale nel testo di Irmgard Keun: Doris, infatti, gira e recita il film della sua vita a Berlino.
La salvezza dalla crisi
La protagonista rappresenta un nuovo genere di “conoscitore della città”, di flâneuse. La novità sta nel fatto che nella metropoli tutto è cambiato, dalle forme di comunicazione ai mass media. Uno dei quotidiani più letti è Glanz, un’ancora di salvezza per Doris e per le tante giovani come lei: il titolo, le foto e le belle pagine patinate riconduce ad Hollywood e al glamour americano. È evidente già dalla scelta del quotidiano che, in un’epoca di crisi interna ben celata, ci si appigli a tutto ciò che rimanda alla realtà esterna, comprese le parole straniere. La realtà, purtroppo, è ben diversa e la storia di Doris, le sue aspettative mancate e il suo lento declino ne sono una prova.
Pia C. Lombardi
Bibliografia
I. Keun, La ragazza di seta artificiale, Forum Editore, Udine 2008.