Chiromantica: ode telefonica agli abbandonati amori

Il Pat di Caserta ospita “Chiromantica. Ode telefonica agli abbandonati amori” di e con Del Prete e Solofria

Una Napoli “chiromantica“.

Brutta sporca lurida chiavica città. Brutta sporca lurida chiavica zoccola città. Brutta sporca lurida chiavica zoccola immondissima città!

Così scrive Moscato della sua Napoli in “Partitura”.

Ma è nei vicoli così segreti da sembrare magici di questa città tanto sporca, lurida e chiavica che prendono vita delle figure altrettanto curiose, delle figure che fra fantasia e realtà si lasciano innalzare ad emblemi mistici.

Sono le figure che hanno incuriosito la penna di una generazione di drammaturghi napoletani del ventesimo secolo, fra i quali, oltre al sopracitato Enzo Moscato, si distinguono Giuseppe Patroni Griffi, Francesco Silvestri  e Annibale Ruccello.

E sono proprio alcune delle loro drammaturgie a comporre il tappeto dove si muovono  Sergio Del Prete e Roberto Solofria, per lo spettacolo da loro “assemblato”, auto diretto ed interpretato: “Chiromantica. Ode telefonica agli abbandonati amori”, tenutosi mercoledì 12 luglio nel suggestivo ed intimo giardino del PAT, Palazzo Arti e Teatro di Caserta.

chiromantica
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Un sentimento vaneggiato che per renderne facile l’individuazione a tutti chiameremo “amore”, perde la solidità delle figure cui dovrebbe appellarsi, la staticità degli individui fra i quali, in genere, si verifica, e diviene qualcosa di ancora più inconcreto, immateriale, indefinito di quanto non sia già per sua stessa natura.

È un amore che si è ammalato di passione fino a raggiungere le  più malsane tinte dell’ossessione; è un amore inesistente, più sperato che vissuto, ripercorso sulla falsariga del valico fra realtà ed immaginazione: il desiderio.

Un amore ingabbiato; a partire da quei corpi che impongono dei limiti, che siano di sesso, età o appartenenza gerarchica e sociale. Tale immagine è ben rappresentata dalla semplice scenografia concentrata, per l’appunto, in una gabbia.

E dentro la gabbia, sopra la gabbia, intorno alla gabbia, danzano, si muovono , soffrono, anelano e descrivono per sessanta minuti queste due figure indefinite che entrano ed escono da differenti stracci di drammaturgie ben innestate fra di loro ed interrotte ma collegate tutte insieme da un unico filo: quello del telefono; che squilla in casa di Jennifer, richiamandola a tornare nel suo personaggio ogni volta che corre alla cornetta fiduciosa che sia il suo Franco.

chiromantica
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Ma non è mai Franco. E l’attesa è vana. Ma non è l’attesa solo di Jennifer. È l’attesa di tutte queste curiose, fantasticate  eppure concrete figure antropomorfe che popolano una realtà tanto sostanziosa.

Di costumi (ad opera di Alina Lombardi) c’è ben poco; tanto quanto basta.

I trucchi collaborano fortemente all’ immagine di confuso, scambiato, mischiato, sporcato, devastato, informe, deforme.

E poi candele, fondi di bicchieri, ironia tragicomica di contesti che fanno sorridere solo chi non vi appartiene.

Contesti dove strisciano sentimenti che non necessitano di un uomo e di una donna. Né di due uomini o di due donne.  Né di un transessuale ed un uomo o di un transessuale e una donna, né di due transessuali, o animali, o genitori, figli, zii, fratelli, santi e madonne.

È amore. È amore e basta. È immateriale, impalpabile, insolubile, indefinibile, indescrivibile.  Ma esiste. E questo spettacolo vuole solo mostrarlo al pubblico nella sua più pura essenza.

Chiromantica. Ode telefonica agli abbandonati amori” rientra nel cartellone della stagione 2017/2018 del teatro Bellini di Napoli.

Teatro civico 14 – (sito ufficiale)

Letizia Laezza