Guardia Sanframondi, definita “La straordinaria gemma del Sud”, è un piccolo borgo medievale in provincia di Benevento.
Posizionata nella valle Telesina e bagnata dal fiume Calore, vanta un interessante centro storico impreziosito dalla presenza del Castello e di case gentilizie dove spiccano stemmi di dinastie un tempo molto influenti.
Il toponimo di Guardia Sanframondi, secondo antiche testimonianze, deriverebbe dalla famiglia nobiliare dei Sanframondo, i quali nel XII secolo furono a dominio di Guardia e di Cerreto Sannita.
Il luogo, solo successivamente, assunse il nome di “Warda” in merito alla posizione strategica arroccata su di una collina che consentiva facile esercizio di vedetta e dove fu , appunto, costruita la roccaforte.
Nel 1600, grazie alla fervente attività di concia delle pelli, si attribuì alla località l’epiteto di “Guardia del sole” e furono anni fiorenti sino a quando, nel 1688, non fu colpita da un devastate terremoto.
Nel 1800 l’abitato passò sotto il dominio della famiglia Carafa e divenne distretto della provincia di Benevento.
E’ proprio qui, in questo caratteristico paesino del Sannio che, ogni sette anni, si rinnova uno dei riti religiosi più importanti della Campania, una manifestazione a tratti “macabra” e dal forte impatto che vede protagoniste folle di Flagellanti: I Misteri e la tradizione dei Battenti.
Guardia Sanframondi: luogo di penitenza tra fede e tradizione
Nel mese di Agosto di ogni sette anni, si rinnova a Guardia Sanframondi, la secolare tradizione dei Battenti, durante la processione dell’Assunta: una ricorrenza e un evento che suscita un certo trasporto emotivo nello spettatore, lasciandolo attonito dinnanzi a pratiche di flagellazioni ancora oggi esistenti in luoghi nascosti come questo.
Meglio conosciuti come “Riti settennali di penitenza”, essi si svolgono precisamente nell’ultima decade dopo Ferragosto; in particolar modo, quest’anno dal 21 al 27, per essere riproposti nel 2024.
Durante questa cd. “Settimana Santa”, i quattro rioni del comune (Croce, Portella, Fontanella e Piazza) si alternano nell’inscenare Misteri della Bibbia, vite di Santi o princìpi morali; ognuno con un corteo a sé innalza canti di devozione alla Vergine.
Nella solenne domenica mariana, prendono parte alla rappresentazione gruppi numerosissimi di penitenti che, vestiti ed incappucciati in un saio bianco, si auto-percuotono con strumenti di tortura fino a vedere i loro corpi sanguinare, quasi ad implorare, attraverso la disperazione e la violenza fisica, un desiderio divino di pace e serenità.
Tali figuranti sfilano per i vicoli di Guardia con in una mano il crocefisso e nell’altra lo strumento del supplizio, al ritmo di un ‘inquietante tamburo, e si suddividono in: Flagellanti (si battono con un cilicio di ferro a tre corde) e Battenti (si colpiscono il petto con una spugna di sughero piena di chiodi appuntiti).
Per aumentare l’intensità della pena, essi bagnano queste spugne di irti spilli con del vino al fine di non consentire la coagulazione del sangue e toccare l’apoteosi del dolore attraverso cui credono di purificarsi.
La flagellazione dura ben otto ore, partendo dalla Basilica al grido di: “Fratelli, forza e coraggio. In nome di Maria, battetevi!” e il corteo procede all’indietro per non dare le spalle alla Madonna.
Alla base di questo rituale, che attira milioni di visitatori incuriositi dalla mistica atmosfera di altri tempi, vi è la storia e il mistero di San Girolamo Penitente.
La si può definire una “festa” esclusivamente di espiazione, dove l’elemento folkloristico di divertimento come banchetti, luminarie, giostre etc, è assente. Tutto è subordinato ad un clima cupo, pienamente fedele e concentrato sulla mortificazione del corpo da apparire un concetto quasi improponibile ai giorni nostri, assurdo da comprendere pur essendo parte della storia culturale locale.
E’ come assistere a qualcosa che la mente moderna non accetta ma che, nel suo paradosso, attira la curiosità dell’occhio attento e dell’animo pronto a suggestionarsi.
Guardia Sanframondi: il culto dell’Assunta e le origini della tradizione
Questo cerimoniale di penitenza ancora vivo a Guardia Sanframondi risale a quattro secoli fa, quando l’icona della Madonna cominciò ad essere invocata e portata in processione in occasione di eventi avversi come guerre e carestie.
Solo nel secondo Dopoguerra il rito assunse una cadenza settennale, rievocando un’usanza che persiste solo in altri due paesi della Calabria (Nocera Terinese e Verbicaro) dove si parla di “Vattienti”, e in alcune zone del Messico e delle Filippine.
Gli albori di tale tradizione sannita, secondo alcuni, si ricollegherebbero ad arcaici culti pagani precristiani, mentre, secondo altri sarebbero da riscontrarsi nel Medioevo, precisamente nel 1260, quando Ranieri Fasani da Perugia diede avvio ad una processione che si estese in tutta Europa.
Questo evento religioso di Guardia, organizzato dal “Comitato dei Riti”, comincia di lunedì, al suono di campane che radunano i fedeli nella Chiesa di San Rocco, da cui si avviano verso il Santuario dell’Assunta.
Il momento più emozionante per gli abitanti, figli di questo culto e tradizione, resta il sabato, giorno in cui la teca dov’è custodita la statua della Vergine viene aperta da tre chiavi per mano del sindaco, del parroco e del decano che presiede i Comitati Rionali.
Segue, poi, la processione aperta da una croce nuda portata dal Vescovo della diocesi senza insegne episcopali.
Il culmine della sacralità è, infine, la Domenica Santa che vede ufficialmente l’Assunta rivestita d’oro e di ex voto in processione per le strade del sobborgo con la partecipazione dei Battenti e dei Flagellanti, intenti a fare penitenza.
Pasqualina Giusto
Bibliografia:
- Giocondo Pascale, Riti Settennali di Penitenza in onore dell’Assunta – Guardia Sanframondi – con i rioni Croce, Portella, Fontanella e Piazza, Biblos Editore, 2003 Sitografia: https://it.wikipedia.org/wiki/Penitenti