Il ruolo della tradizione letteraria è fondamentale per la comprensione dell’opera poetica di Thomas Stearns Eliot. Acuto critico letterario, poeta innovativo e rivoluzionario, Eliot ha espresso molto chiaramente la sua posizione nel saggio Tradition and Individual Talent, in cui commenta l’importanza della tradizione in relazione all’innovazione letteraria.
L’autore del famoso poema The Waste Land scardina una serie di convenzioni inerenti la letteratura e la critica letteraria, introducendo un’acuta visione sul ruolo della poesia tra passato e presente. Il discorso di Eliot è fondamentale per comprendere la dinamica dei topoi artistici e letterari all’alba del secolo dei maggiori stravolgimenti nello stato dell’arte. Il Novecento si apre con il famoso motto di Ezra Pound, felicemente adottato dal Modernismo, Make it new! e arriva a sperimentare la carica distruttiva del Futurismo, volto alla mera costruzione del futuro sulla totale dimenticanza del passato.
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I topoi tra passato e presente
Con topos, dal greco τόπος «luogo», si intende ogni «luogo comune, motivo ricorrente, in un’opera, nella tematica di un autore o di un’epoca»[1]. E tutta la letteratura europea, fin dalle sue origini rintracciabili nei poemi di Omero, si è alimentata di elementi ricorrenti, la cui diversa configurazione e il cui diverso utilizzo hanno riflettuto le peculiarità dell’epoca e dell’autore.
Nel suo libro magistrale Letterature Europee e Medioevo Latino, lo studioso Ernst Curtius ripercorre la storia della letteratura europea sostenendo la tesi che le letterature nazionali dei diversi paesi si presentano come un corpus unico e omogeneo, in cui si ripetono con formule diverse gli stessi motivi. Questo sistema si rompe solo con il Romanticismo, che propone con forza il peso della soggettività e dell’inventiva. La soggettività romantica impone una frattura con il sistema delle topiche letterarie sviluppatosi fino ad allora, poiché la relatività della soggetto si contrappone all’universalità del topos.
La posizione di Thomas Stearns Eliot
In realtà, la dialettica con l’universo letterario e artistico del passato non si arresta: lo dimostrano esemplarmente Eliot e Joyce con la loro produzione letteraria, basata sull’intertestualità e sul cosiddetto metodo mitico. Nel saggio Tradition and Individual Talent, pubblicato tra il settembre e il dicembre del 1919 sulla rivista The Egoist, Eliot contraddice la posizione di molta critica letteraria che sostiene l’importanza di concentrarsi «sulla differenza di un dato poeta rispetto ai suoi predecessori» e su «quel che è il tratto individuale, la sostanza peculiare di quell’autore»[2].
In realtà, sostiene lo scrittore, anche negli aspetti più apparentemente individuali e personali si annida il peso della tradizione e della letteratura precedente. Col termine tradizione, specifica, non intende la semplice adesione ai successi degli scrittori del passato, ma qualcosa di ben più ampio significato che comprende il senso storico (historical sense).
E il senso storico implica non soltanto la percezione della qualità dell’essere ‘passato’ del passato, ma la percezione della sua ‘presenza’; il senso storico costringe un autore a scrivere non solo insieme alla propria generazione, di cui egli è la concreta incarnazione, ma lo spinge a scrivere anche con la sensazione che l’intera letteratura europea a partire da Omero (e in essa tutta la letteratura del proprio paese) ha una esistenza simultanea e compone un ordine simultaneo. Questo senso storico – che è senso dell’a-temporale come del temporale, e dell’a-temporale e del temporale insieme – è ciò che rende uno scrittore ‘tradizionale’. Ed è allo stesso tempo ciò che rende uno scrittore più acutamente consapevole della sua posizione nel tempo, della sua propria contemporaneità.
Il rapporto tra presente e passato
Eliot afferma che la nuova opera d’arte instaura un rapporto particolare con quella del passato, che subisce a sua volta un cambiamento: così come il passato determina il presente, il presente modifica il passato. Qualunque grande opera artistica o letteraria è influente non solo in senso sincronico, ma anche diacronico.
L’universo dell’arte è dunque considerato sotto una luce decisamente innovativa: le arti sono infatti concepite come una rete di relazioni, estranee alla progressione lineare e orizzontale della storia. Ne consegue che non esista alcuna frattura totale, un azzeramento da cui ripartire dal nulla. Ne è prova l’evidente continuità di temi, motivi e forme, di parentele che si trovano in luoghi e tempi distanti tra di loro.
Il rapporto dialogico delle opere d’arte
Un poeta, un artista assume significato solo in relazione agli altri, o meglio, come afferma Eliot, ai morti. E bisogna superare la convinzione che l’andamento dell’arte porti inevitabilmente a un progressivo miglioramento: nessun’opera d’arte può essere considerata buona, o migliore o peggiore di un’altra.
Si instaura solamente un rapporto dialogico, e non un giudizio di valore tra il prodotto artistico del presente e quello del passato. L’unica differenza è il grado di consapevolezza, che si sviluppa ovviamente in misura sempre maggiore progredendo nella storia.
Impersonalità e oggettività
Dopo aver ampiamente discusso l’importanza della tradizione, Eliot argomenta il ruolo dell’individualità dell’autore nella produzione poetica. Ponendosi in netto contrasto con la posizione del Romanticismo, Eliot sostiene la fondamentale importanza dell’oggettività nell’opera d’arte. La critica deve imparare a leggere i componimenti dell’autore senza concentrarsi sul poeta che li ha scritti.
Buon poeta è per Eliot chi riesce a liberarsi dalla tentazione di riproporre in poesia le emozioni personali, chi sa combinare le emozioni e i sentimenti in modo tale da proporre al lettore un’esperienza diversa da qualsiasi esperienza umana non artistica. Il poeta, infatti, non deve esprimere la propria personalità, ma i mezzi con cui riesce a combinare le impressioni e le esperienze in modi particolari e inaspettati.
Capire l’opera di Eliot
Nel suo saggio, dunque, il poeta americano sottolinea l’onnipresenza della tradizione, abbattendo una serie di luoghi comuni tipici della critica letteraria. Sancendo la continuità tra l’antico e il moderno, Eliot sta fornendo anche alcune importanti indicazioni sul procedimento poetico da lui utilizzato praticamente fin dagli albori della sua carriera letteraria. I suoi componimenti sono infatti in continuo dialogo con le opere del passato, che vengono riprese, sviscerate e frammentate dal poeta.
Nelle sue poesie, consistenti sono i versi, i passi di opere a lui antecedenti, da Omero a Dante ai suoi contemporanei: i testi del passato vengono decostruiti e ricostruiti in modo tale che possano parlare con rinnovata forza al presente. Partire da questo questo saggio è pertanto un presupposto indispensabile per comprendere la sua complicata poetica, e per non cadere nello sbaglio di considerare i suoi componimenti un accostamento caotico e insensato di pezzi di altri testi letterari.
Salvatore Cammisa
Fonti e Citazioni
Thomas Stearns Eliot, Tradition and Individual Talent in Selected Essays, Faber&Faber, London, 1999
Ernst Curtius, Letteratura Europea e Medioevo Latino, La Nuova Italia, Firenze, 1993
[1] http://www.treccani.it/vocabolario/topos/
[2] Thomas Stearns Eliot, Tradizione e Talento Individuale