Athelstan, figlio di re Edoardo il Vecchio e nipote di re Alfredo il Grande, è inequivocabilmente il primo sovrano ad essersi fregiato del titolo di rex Angolrum. Una rivendicazione senza precedenti quella avanzata da Athelstan e che evidenzia il rilievo storico di questo personaggio.
Ma come spesso avviene, su tutto il Medioevo inglese precedente la conquista normanna, gli studi non specialistici preferiscono apporvi il velo dell’omissione. Guglielmo il Conquistatore non è di certo il primo re d’Inghilterra, ma fu senza dubbi il suo primo sovrano normanno. Eppure, sfogliando i manuali di storia non specializzati, la conoscenza del Medioevo inglese comincia convenzionalmente con la sua conquista d’Inghilterra.
Sono certamente motivi di esemplificazione gli ispiratori di questa scelta, dettata probabilmente dalla rilevanza che l’Inghilterra venne assumendo sul palco della politica continentale dopo il 1066. Per quell’ambiguità “portata di dote” da re Guglielmo (già duca di Normandia) e che per lungo tempo fece dei sovrani inglesi vassalli del re di Francia.
Con l’eccezione di pochi riferimenti, l’Inghilterra ci è presentata come un’entità politica già compiuta. Ma così facendo si omette il suo lungo e travagliato percorso di realizzazione, cominciato da re Alfredo, della dinastia del Wessex, e ultimato da suo nipote Athelstan nel 927.
Da sovrani del Wessex a re degli Anglosassoni
Il Regno d’Inghilterra trova il suo primordiale nucleo d’origine nel regno anglosassone del Wessex, i cui sovrani avevano cominciato a plasmarne la supremazia sugli altri regni anglosassoni già a partire dal IX secolo. Quando nel 924 Athelstan ascese al trono, non era ancora re d’Inghilterra. Egli infatti aveva ereditato la corona assumendo il titolo Angul-Saxonum rex o Anglorum Saxorum rex, ereditato da suo padre, Edoardo il Vecchio e creato da suo nonno Alfredo il Grande. Ma in che modo i sovrani del Wessex erano divenuti re degli Anglosassoni?
Questo percorso fu determinato sostanzialmente da due elementi: Il declino del regno di Mercia e i rapporti conflittuali con gli invasori Danesi, che dall’anno 865 manifestarono la volontà di stabilirsi in Britannia.
L’intrinseca fragilità della Mercia ne fece subito una vittima degli incursori vichinghi, cui nessuna forza pareva opporre resistenza, almeno fino all’878: quando re Alfredo vinse ad Ethandun il danese Guthrum. Diversi anni dopo, un formale trattato definì i rapporti tra le due parti: in concomitanza con la fine del regno fantoccio di Ceolwulf in Mercia, il trattato stabilì i confini tra il dominio di Alfredo e quello di Guthrum che acquisì la parte orientale del Regno di Mercia e l’East Anglia (dominio che sarebbe stato successivamente noto come Danelaw).
Il fatto che i termini del trattato pongano Londra entro i confini del dominio di re Alfredo e il fatto che il re avesse arbitrio nell’accordare a Guthrum il dominio sulla Mercia orientale, suggerisce che l’accordo fosse stato definito all’indomani dell’occupazione della città di Londra da parte del sovrano del Wessex; e che con la conquista della città, re Alfredo accampava sulla Mercia una sorta di sovranità.
Del resto Asser nella sua The life of king Alfred, suggerisce che tutti gli inglesi che non erano sotto l’autorità danese si sottomisero ad Alfredo, il quale a buon diritto, considerando il suo esteso dominio, da quel momento usò il titolo regale (da lui stesso coniato) di Re degli Anglosassoni. Un titolo che fa riferimento alla congiunzione etnica operata tra i due nuclei del neonato Regno Anglosassone: Il Wessex (Sassoni) e la Mercia (Angli).
Athelstan e il Regno d’Inghilterra
Si può notare come la storia dei titoli regali riferiti a questi sovrani sia mutevole tanto quanto la narrazione della nascita del Regno d’Inghilterra, poiché strettamente dipendete da questa. Una narrazione che si conclude nell’anno 927 e che ha nuovamente come protagonisti i Danesi, questa volta combattuti da re Athelstan. La cui ascesa al trono fu tanto osteggiata quanto provvidenziale, per l’improvvisa morte del suo rivale.
Dopo aver vinto le opposizioni dei nobili del Wessex, che a lui avrebbero preferito il dipartito fratellastro Aelfweard, Athelstan celebrò la sua incoronazione nella cittadina di Kingston-upon-Thames. Una scelta simbolicamente coerente quella di Athelstan, che non a caso aveva scelto la cittadina di Kingston perché antico confine tra i regni di Mercia e del Wessex. I due regni formalmente uniti da Alfredo, trovavano dunque una rinnovata unità nel suo nuovo sovrano, unità celebrata proprio con la sua incoronazione.
Appena cinque mesi dopo la sua incoronazione, Athelstan, strinse un accordo matrimoniale con Sihtric, il Re Danese di Northumbria, cui diede in sposa la sua unica sorella. Nel 927, l’improvvisa morte di Sihtric e la conseguente presenza della sorella del re Anglosassone in un territorio ostile, convinsero Athelstan della necessità di intervenire militarmente nel nord.
La notizia della morte di Sihtric tuttavia viaggiò rapidamente, giungendo fino a Dublino, dove Guthfrith, cugino del defunto sovrano Danese, si decise a salpare per conquistare la Northumbria. La grande stranezza è che le Cronache Anglosassoni non fanno menzione ad alcuna battaglia tra le forze di Athelstan e quelle di Guthfrith, riportando soltanto che:
Athelstan succeded to the Kingdom of the Northumbrians…
L’evento è di per se straordinario. Per la prima volta nella loro storia, tutti i Regni Anglosassoni dell’isola erano riuniti sotto un’unica corona. Avendo avuto la meglio sui Danesi, Athelstan aveva assunto per se l’unico trono su cui ancora sedeva un sovrano straniero.
Riconoscendo Athelstan come Rex Anglorum, il Regno d’Inghilterra era formalmente nato, benché la composizione etnica fosse stata maggiormente arricchita rispetto al periodo eptarchico, vista la notevole presenza di Danesi e Anglo-danesi.
Cristallizzandosi attorno alla dinastia del Wessex, il Regno d’Inghilterra fu retto in maniera quasi ininterrotta dai discendenti di questi sovrani guerrieri. Eppure, con romantiche forzature, questa fatale tenzone che oppose Anglosassoni e Danesi potrebbe non considerarsi esaurito, se si leggesse la conquista normanna del 1066, come un’iperbolica rivincita danese sui vittoriosi discendenti degli Anglosassoni.
Antonio Volpicelli