Chi, da bambino, guardando Dragon Ball Z alla televisione non ha mai sperato che il dolce alieno bianco e viola sterminatore di mondi noto come Freezer riuscisse a sconfiggere Son Goku e a vivere felice e contento per l’eternità grazie alle Sfere del Drago? Chi non ha pianto per la sua prematura dipartita dopo sole 23224 puntate? Bene, finalmente il tempo della rivalsa è giunto, dato che il nostro beniamino tornerà sul grande schermo in un film a lui dedicato: “Dragon Ball Z: la rinascita di F“. Ma è davvero tutto oro ciò che luccica?
L’ultimo trailer di Dragon Ball Z: la rinascita di F ed i primi dubbi
Annunciato negli ultimi mesi del 2014, il nuovo film di Dragon Ball Z ha fin da subito attratto i fan con il suo mistero: all’inizio infatti l’unica informazione messa a disposizione del pubblico era stata il ritorno dalla morte di un importante villain della saga. Solo dopo settimane di intensa agonia, seguite da minacce di suicidio collettivo e di linciaggi all’indirizzo del mangaka Akira Toriyama, la produzione ha rivelato l’identità del misterioso nemico: Freezer per l’appunto.
L’entusiasmo è schizzato alle stelle, ma l’ultimo trailer del film ha congelato gli animi facendo nascere i primi dubbi circa un progetto che potrebbe rivelarsi una grossa delusione.
Al di là della nuova forma di Freezer, talmente simile ad una celebre statuetta dorata da aver suscitato le bramosie di Leonardo Di Caprio, nel trailer viene mostrato chiaramente Piccolo (Junior nell’adattamento italiano di Dragon Ball Z) venir mandato K.O. da uno dei soldati di Freezer dotato dunque di una potenza combattiva superiore a quella di un Super Saiyan. Ciò, di per sè abbastanza assurdo, è reso ancora più disturbante dalla scena precedente in cui Muten, inferiore di circa 10 volte a Radish, considerato feccia da buona parte dell’esercito di Freezer, sbaraglia senza problemi una trentina di nemici con un colpo suo.
Ciononostante non è nel trailer che risiedono i veri problemi del nuovo film di Dragon Ball Z.
La resurrezione più incongruente di sempre
Per aumentare l’interesse nei confronti del film, i produttori hanno deciso di farlo precedere da un adattamento cartaceo, la cui prima parte è stata pubblicata sulla celebre rivista V Jump. In essa vengono mostrati due superstiti dell’esercito di Freezer, Sorbet e Tagoma che, animati dalla preoccupazione per le condizioni dell’impero, decidono di riportare in vita il tiranno. Giunti sulla Terra essi raccolgono le Sfere del Drago grazie all’aiuto della gang di Pilaf e resuscitano Freezer, morto da circa un decennio. E qui c’è la prima incongruenza nonchè la più grave dato che, come ribadito più volte in Dragon Ball Z, chi è morto da più di un anno non può essere riportato in vita (se così non fosse Goku vincerebbe il premio di “nipote degenere del secolo” data la mancata resurrezione del nonno).
Come se ciò non bastasse, Freezer non torna in vita con il suo corpo integro bensì tagliato in cubetti. Avete capito bene, in cubetti. Al di là del grottesco di tale scena essa è doppiamente incoerente: da un lato perchè tutte le persone resuscitate da Shenron hanno sempre riacquisito il proprio corpo al pieno delle funzionalità (pensiamo a C-17 e a tutte le vittime di Cell), dall’altro perchè il corpo di Freezer era stato disintegrato dopo essere stato tagliato a pezzi.
Ma questa strana resurrezione non smette di stupire dato che Shenron, potenziato da Dende per permettere di esprimere più di un desiderio fin dalla saga di Cell, si congeda subito dopo la richiesta avanzata da Sorbet e Tagoma. I due inoltre, nonostante tutti i guerrieri più potenti della Terra abbiano notato la loro presenza, riescono tranquillamente a lasciare il pianeta mentre il loro leader viene ricomposto in una vasca di rigenerazione super avanzata.
Ma come potrà Freezer competere con nemici del calibro di Goku nello stadio di Super Saiyan God? Semplicemente dedicandosi all’allenamento, attività da lui ignorata per tutta la vita. Il che non sarebbe poi tanto assurdo, dato l’elevatissimo potenziale combattivo del tiranno (120 milioni), se non fosse che tale obiettivo verrà conseguito in soli 4 mesi.
La morte della qualità
La cosa che più disturba di tali incongruenze e che sottolinea al tempo stesso lo scarso interesse per la qualità dell’opera da parte dei produttori, è la facilità con cui potevano essere evitate: semplicemente anticipando la resurrezione di Freezer all’anno successivo alla sua morte le tempistiche di Shenron sarebbero state rispettate, il drago avrebbe avuto ancora un solo desiderio a disposizione e l’allenamento di Freezer avrebbe potuto spalmarsi sull’arco di un decennio, divenendo decisamente più credibile.
Ma a cosa serve preoccuparsi della qualità e della coerenza del proprio lavoro quando si ha a che fare con una macchina da soldi come Dragon Ball Z che, a prescindere dagli errori e dalle inesattezze, attirerà sempre e comunque folle oceaniche? A nulla, esattamente come la speranza che i fan potessero trovarsi davanti un prodotto valido ed interessante.
Alessandro Ruffo
La prima immagine dell’articolo è presa dal sito www.saiyanisland.com