Edmund Husserl, padre della fenomenologia, si è dovuto difendere più volte dall’accusa di platonismo, mossa dai suoi contemporanei. Il filosofo è stato spesso paragonato a Platone e in particolar modo alla sua teoria delle idee. Quali sono davvero gli influssi platonici che possiamo ritrovare in Husserl?
Indice dell'articolo
Edmund Husserl tra le ricerche logiche e le idee
Nelle Ricerche logiche, opera pubblicata nel 1900, Husserl presenta l’esigenza di tornare alle cose stesse. In primo luogo il filosofo prende definitivamente le distanze da due correnti che minerebbero la possibilità di arrivare ad una verità oggettiva. Le due correnti in questione sono Psicologismo e Storicismo. La prima afferma che ogni verità va ricondotta agli atti della psiche, mentre la seconda sostiene l’impossibilità di una verità metatemporale. Ogni individuo è infatti irrimediabilmente condizionato dalla sua storicità e non può giungere ad una verità oggettiva. Le ricerche logiche invece mirano ad una teoria puramente descrittiva del vissuto.
Quest’ultima si struttura, secondo Husserl, in due momenti fenomenologici: quello noetico, ovvero quando la coscienza vivendo una serie di percezioni le unifica nell’unità oggettuale; quello noematico, quando cioè l’oggetto aderisce all’intenzione della coscienza. Proprio nelle Idee Husserl, per affrancarsi dall’accusa di Kantismo, scriverà che noesi e noema sono inscindibili, poiché il piano della fenomenicità non è costruito dal soggetto con le sue categorie. Si tratta piuttosto di una relazione, un incontro tra due polarità: coscienza che intenziona e l’intenzionato della coscienza.
Platonismo e fenomenologia
Per Platone le idee sono i referenti esterni ed oggettivi di ogni concetto e significato, cioè il versante pensabile del mondo. Le idee sono ciò che dà stabilità alla dimensione sensibile. Il filosofo ateniese le intendeva come una vera e propria arma da impugnare per difendersi dai sofisti. Secondo Platone inoltre ciò che permette all’uomo di cogliere le idee è proprio l’anima. Nel pensiero platonico, l’anima si pone appunto tra il piano della sensibilità e quello eterno attraverso l’anamnesi. Una prova ci viene fornita nel Menone, ove Socrate, facendo leva sull’anamnesi, permette ad uno schiavo di giungere a conoscenze che ignorava di avere.
Il filosofo vede in questo episodio la conferma della teoria dell’anamnesi: nonostante l’ignoranza in cui si trovava, lo schiavo può ritrovare da sé i passaggi logici del Teorema di Pitagora. Ciò è avvenuto perché evidentemente le idee erano già presenti in forma latente nella sua anima ancora prima di incarnarsi. Lo sguardo del filosofo, secondo Platone, coincide con il vedere il mondo attraverso l’anima, che è della stessa natura delle idee. Dunque, per salvare le esperienze sensibili, bisogna ritrovare quella verità a cui ogni anima è ontologicamente legata.
Le analogie
Riguardo a cosa, dunque, è possibile parlare di platonismo husserliano? Una risposta può essere rintracciabile nel suo puro guardare. Infatti, come Platone trova nelle idee la possibilità di dare un significato stabile alle cose, Husserl cerca la stessa stabilità di significato quando, attraverso lo sguardo fenomenologico, trova l’universalità delle strutture di senso. Anamnesi platonica e riduzione fenomenologica sono un “guardare altrimenti” il flusso eracliteo del mondo. Si tratta di due strade differenti che trovano una tangenza teoretica nell’esigenza di salvare i fenomeni – σώσει τα φαινόμενα.
Le differenze
Possiamo parlare di platonismo husserliano solo fino ad un certo punto. In Platone le idee partecipano e sono presenti nelle cose, ma le idee non si esauriscono in esse. Gli enti, opera del demiurgo, sono solo delle copie, poiché le cose sono “partecipate” dalle idee. Aristotele accuserà il maestro di non aver fatto altro che moltiplicare gli enti piuttosto che spiegarli. Va però sottolineato che tale critica fu mossa dallo stesso Platone a se stesso, nel Parmenide.
Nella fenomenologia, invece, ciò che si manifesta nel fenomeno è il “darsi” del fenomeno stesso, che è questa relazione inscindibile tra la coscienza e l’oggetto. Il fenomeno non ha un “in sé” inconoscibile, non appartiene ad una dimensione dell’essere celata. Dunque è impossibile ridurre la fenomenologia al platonismo. Del resto, la verità in Husserl non deve incrociare le armi con alcun ” terzo uomo”.
Alessandro Esotico
Bibliografia :
Edmund Husserl, Ricerche logiche , editore Il saggiatore, 2015.
Platone, Parmenide, ed. Laterza, 2008.
Platone, Menone, ed. Laterza, 2011.