Si potrebbe descrivere Star Wars: Gli ultimi Jedi con una sola parola: rinnovamento.
Dopo appena due anni dall’uscita nelle sale di tutto il mondo di Star Wars Episodio VII – Il Risveglio della Forza di J.J. Abrams, regista pupillo di Steven Spielberg e molto abile nel rinnovare franchise praticamente in decomposizione e sull’orlo del baratro (vedi anche il diretto concorrente della storia della famiglia Skywalker, Star Trek), ecco arrivare quasi immediatamente Star Wars: Gli ultimi Jedi, il suo seguito diretto e capostipite di una nuova trilogia al cui timone è stato scelto e posizionato (molto saggiamente) il giovanissimo, quasi esordiente, Rian Johnson, il quale ne curerà (e ne cura) anche la sceneggiatura oltre che la regia.
La saga della famiglia Skywalker non poteva proseguire in maniera migliore, con un film che riparte esattamente da dove si era concluso Il risveglio della Forza, in cui vediamo la giovane Rey allenarsi nel padroneggiare la Forza con il suo maestro e mentore, Luke, su di un’isola popolata da creature di ogni genere e forma. Ma la minaccia di Kylo Ren e del malvagio Primo Ordine, che sembra diventare sempre più potente e cattivo, è sempre in agguato…
La regia di Johnson in Star Wars: Gli ultimi Jedi è molto diversa da quella “giocattolosa” e movimentata di Abrams, dato che si concentra maggiormente su intensi primi piani e singoli particolari, riuscendo inoltre a rendere le scene d’azione e di combattimento tra gli X Wing e i caccia del Primo Ordine di una spettacolarità unica, con sequenze capaci di riportare alla mente dei videogiocatori più accaniti e della peggior specie quelle dei migliori videogame e simulatori di volo (qualcuno ha nominato il buon vecchio Star Wars Starfighter per Play Station 2 sviluppato dalla gloriosa LucasArts?). Di conseguenza, non è presente alcun flair malefico assassino ad inquinare lo schermo, per la gioia di tutti i detrattori del regista di Super 8 e di Star Trek – Il Futuro ha Inizio.
La fotografia, poi, è molto delicata ed utilizza prevalentemente toni caldi molto rilassanti per l’occhio umano, senza risparmiarsi però in certi frangenti, momenti destinati a fare scuola. C’è da dire, però, che in alcuni punti la CGI sembra non essere proprio al top, lasciando un po’ perplesso lo spettatore fruitore dell’opera (per chi ha già visto il film dico solo una parola: rocce), compensando però con elementi creati a regola d’arte come le sopra citate creature presenti sull’isola dove si è auto esiliato Luke, alcune più “macchiettistiche” di altre. No, non preoccupatevi, i porg non sono per nulla fastidiosi durante la visione della pellicola, e anzi sono anche protagonisti di poche simpatiche situazioni capaci di strappare qualche risatina di gusto.
Tutti i personaggi classici (chi più, chi un po’ meno) della saga sono caratterizzati alla perfezione, tra cui Luke, più saggio ma anche più impaurito rispetto agli episodi precedenti, Poe Dameron, pilota della resistenza introdotto nel film precedente ed interpretato da Oscar Isaac, praticamente l’erede di Han Solo; Finn, storm trooper del Primo Ordine poi passato alla Resistenza in Episodio VII, il robottino BB-8, molto più chiacchierone qui che in passato (ah, a proposito: attenti al robot pallino, che può sembrare tanto carino e coccoloso, ma poi…), e una su tutti Leia, interpretata da una grandissima Carrie Fisher, purtroppo venuta a mancare proprio durante le riprese finali del film e a cui è dedicato un bell’omaggio nei titoli di coda.
Un ottimo lavoro è stato svolto anche dal bravissimo Adam Driver, che interpreta la figura amletica di Kylo Ren, che come personaggio ha ancora molto da offrire se sviluppato come si deve nei prossimi film.
Un plauso va anche inoltre ai nuovi personaggi introdotti nella storia, come Rose Tico, interpretata dall’attrice vietnamita Kelly Marie Tran, e DJ, interpretato da Benicio del Toro.
Un film, Star Wars: Gli ultimi Jedi, che riserva un botto di sorprese, e che riesce a lasciare sempre spiazzato lo spettatore, andando a parare il più delle volte in una direzione completamente diversa da quella che invece si potrebbe pensare.
Si tratta quindi di un ottimo film di intrattenimento, se non addirittura uno dei migliori della saga secondo forse solo a L’Impero colpisce ancora, che non annoia neanche per un secondo e lascia anche una bella sensazione alla fine, come di morte e di rinascita, in tutti i sensi, per chiunque volesse provare il piacere di farsi trasportare ancora una volta nella galassia lontana lontana.
Antonio Destino