Tra tutti i tipi di potere che un singolo può esercitare su un gruppo sociale, il carisma è certamente il più affascinante. Il termine deriva dal greco Χάρις, “grazia”, e può essere inteso come un dono che una persona possiede. Grazie a questa straordinaria qualità si riesce a controllare e guidare il resto della comunità. Secondo il celebre sociologo Max Weber, il carisma è uno dei tre fondamenti con cui si può legittimare il potere politico. Cosa succede, però, quando il portatore del “dono” muore? Si pone il problema di continuare la sua influenza anche senza di lui. Una questione chiamata, nelle scienze sociali, routinizzazione del carisma.
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Il potere carismatico secondo Weber
Secondo Weber, il potere si può incarnare in tre tipi ideali. L’uno, quello tradizionale, è basato, come dice il nome, sulle usanze valide da sempre. Il secondo, detto “legal–razionale”, trova il suo fondamento nelle leggi formalmente stabilite da tutti i consociati. Il terzo, infine, è quello legittimato, per l’appunto, tramite il carisma. Anche se Weber dedica molto più spazio all’analisi dell’autorità legal-razionale, il terzo tipo sembra comunque esercitare su di lui un certo fascino.
Dopotutto, come egli fa notare, il carisma è la forza più rivoluzionaria che esista. Esso può, infatti, travolgere gli altri due. Un esempio portato dal ricercatore Paolo Jedlowski è quello del Discorso della Montagna, il celebre passo del Vangelo in cui Gesù contrappone il suo messaggio alla legge rabbinica: “Avete inteso che fu detto…, ma io vi dico…”
Il Nazareno rappresenta una tipica figura del potere carismatico, ovvero quella del profeta. Altro chiaro esempio può essere il condottiero. Che cosa hanno questi personaggi di così speciale da giustificare l’obbedienza di cui godono? Risponde il sito della prestigiosa enciclopedia Treccani:
“il (presunto) possesso, da parte di una personalità psicofisica, di poteri straordinari, cioè non concessi agli uomini comuni, o concessi solo in misura tanto inferiore da stabilire una differenza qualitativa.”
Di nuovo, però, come assicurare la routinizzazione del carisma quando il suo portatore cessa di esistere?
I modi della routinizzazione del carisma
Nell’Enciclopedia delle Scienze sociali, Leonardo Cavalli riassume i sei modi in cui può avvenire, secondo Weber, la routinizzazione del carisma:
“la ricerca di segni caratteristici di evidenza empirica che marchino il successore naturale; la rivelazione del successore da parte di un oracolo, o per mezzo di un sorteggio, di un giudizio di Dio e di analoghe procedure formali di scelta; la designazione del successore da parte del leader carismatico in persona, con successivo riconoscimento della comunità; l’indicazione da parte dell’élite carismatica convalidata poi dal riconoscimento comunitario; l’eredità della carica che fu del leader carismatico in base all’idea che il carisma sia una qualità del sangue.”
In sostanza, il potere carismatico deve lasciare il posto a uno degli altri due indicati da Weber. Ciò non vuol dire che esso non potrà continuare a essere usato come legittimazione. Pensiamo, per fare un esempio, a un’istituzione come la Chiesa Cattolica che, a quasi duemila anni dalla scomparsa del suo fondatore, continua a basare la propria autorità sulla sua presunta natura sovrumana.
Anche quando viene meno il suo portatore, la routinizzazione del carisma può prolungarsi nel tempo. I successori dell’iniziatore si limitano, infatti, a governare in suo nome. Questa analisi si può applicare anche alle burocrazie dei partiti totalitari.
Emblematico è il caso narrato in 1984, celebre romanzo di George Orwell. Qui, la ristretta oligarchia che governa l’Oceania si basa sull’autorità di un personaggio, il famigerato dittatore Grande Fratello, che potrebbe persino non esistere.
Casi particolari
Secondo Weber, tuttavia, la routinizzazione del carisma può anche avvenire prima che il suo portatore muoia. È possibile, infatti, che esso da autoritario diventi extra–autoritario. Ciò significa che il rapporto tra il capo e il gruppo sociale si rovescia, e l’approvazione da parte del secondo diventa il fondamento anziché la conseguenza del potere del primo. Ciò corrisponde, storicamente, all’affermazione di istituzioni come la democrazia plebiscitaria. Ne sono possibili esempi i regimi nazifascisti, verso i quali l’analisi weberiana è da sempre accusata di possibile indulgenza.
La routinizzazione del carisma può verificarsi anche in senso inverso. Ciò vuol dire che l’immagine del portatore viene delegittimata, e che i governanti successivi fonderanno la propria autorità sulla sconfessione della sua figura. È il caso del processo di destalinizzazione che interessò l’Unione Sovietica dopo la morte del dittatore.
Francesco Robustelli
Bibliografia
Lentini, Saperi sociali ricerca sociale 1500-2000, ed.Angeli, 2003
Jedlowski, Il mondo in questione, ed.Carocci, 2009
Orwell, 1984, 1949, it. Mondadori, 2012
Cavalli, “Carisma” in Enciclopedia delle scienze sociali, 1991, da www.treccani.it
L’immagine di copertina è ripresa dal sito: https://ilmattino.it/