Eleonora C. Caruso – C. come CaskaLangley, il suo nickname – pubblica fanfiction in rete dal 2013. Oggi che di autori di fanfiction si sente parlare sempre più spesso (e non sempre in termini positivi) perché conoscere e leggere quest’autrice?
Abbiamo intervistato Eleonora C. Caruso, le abbiamo chiesto tutto quello che potesse interessare i nostri lettori: cosa consuma e cosa la ispira, perché scrive e come ha iniziato a farlo. Lo abbiamo fatto a ridosso dell’uscita in libreria della sua ultima fatica letteraria, Le Ferite originali, edito Mondadori.
Indice dell'articolo
L’origine della scrittura di Eleonora C. Caruso
Quando hai cominciato a scrivere? E come?
Fin da quando ero piccola adoravo inventarmi storie sui personaggi dei cartoni che amavo, era un’abitudine quotidiana, che dura tuttora. Forse c’entra il fatto che ho sempre avuto difficoltà ad addormentarmi. Comunque, in un certo senso, ho cominciato a scrivere a 11 anni, ma mi limitavo a buttare giù i dialoghi di queste storie sui fogli che trovavo, anche più volte sullo stesso foglio, usando ogni volta penne o pennarelli più scuri per coprire il testo precedente. È una cosa assurda, lo so! Ho iniziato un po’ più seriamente a – credo – 13 anni, dopo essere rimasta folgorata da Beatriz e i corpi celesti di Lucia Extebarria.
Quali sono i libri che hanno influenzato la tua scrittura?
Ecco, ho appena citato Beatriz! Si tratta di un romanzo che acquistai per puro caso nella piccola libreria di un supermercato e me ne innamorai dalla prima pagina. C’erano introspezione, depressione, ironia, amori bisessuali… ovviamente, non poteva che colpirmi. Mi diede un senso di, come dire… “ehi, ma quindi si possono leggere e scrivere anche cose così!”. Successivamente, i romanzi più formativi per me sono stati Carne e sangue di Michael Cunningham e Scritto sul corpo di Jeanette Winterson, credo. Ma anche il fumetto mi ha influenzata molto.
Scrivi fanfiction. Quanto ti hanno aiutato o ti aiutano nella tua pratica di scrittura, e in che modo?
Prima di tutto, le fanfiction sono qualcosa che mi diverte. Quindi mi aiutano nella vita, oltre che nella scrittura. I vantaggi più grandi, sicuramente, sono stati due. Uno, la possibilità di addentrarmi continuamente in generi, stili, atmosfere, personaggi diversi. Due, mi hanno dato dei lettori, che sono forse il dono più importanche che abbia mai avuto. Alle due presentazioni che ho fatto finora di Le ferite originali ho dato un volto a persone che mi leggono fedelmente da almeno 12 anni. È stato bellissimo, anche se ho temuto che mi prendessero a schiaffi per tutte le storie che ho lasciato in sospeso!
I personaggi di Eleonora C. Caruso
Scegli di raccontare storie di personaggi che non trovano un posto nel mondo – mi scuserai per la semplificazione –, cosa ti spinge verso questo tipo di personaggi?
Credo la convinzione che, se ci guardi abbastanza da vicino, siamo tutti strani, confusi, spaventati, inquieti. Più che scegliere di scrivere questi personaggi, direi che è così che vedo le persone, e di conseguenza le descrivo.
Secondo te, quali sono i vantaggi e le difficoltà di parlare di problemi psicologici nei media?
Il problema è il rischio della semplificazione, in particolare quella di aderire per comodità ai modelli collaudati. Mi sembra che ancora, quando si parla di disturbi mentali, si oscilli tra l’idea della camicia di forza e quella dell’essere giusto un po’ umorali. Bisognerebbe conservare la complessità, sempre, ma non è così facile. Che da qualche anno si stia facendo un tentativo di parlarne, però, è molto positivo. Penso a serie tv come Bojack Horseman, Crazy Ex-Girlfriend o You’re the worst, che da anni stanno trattando il tema con grande coraggio e onestà.
I temi dei romanzi di Eleonora C. Caruso
Ne Le ferite originali racconti del dolore che ci si causa l’uno con l’altro. Quanto è importante l’affettività nella tua scrittura?
Direi che è tutto. Io scrivo di personaggi, e ancora più nello specifico, scrivo di rapporti. Quindi, letteralmente, quello dell’affettività è l’unico tema che tratto sempre, in modo sistematico.
I tuoi personaggi, oltre ad affrontare problematiche comuni (talvolta stigmatizzate), non sono ridotti a un solo tratto della loro personalità, ma sono persone realizzate. Quanto peso hanno i personaggi quando immagini la storia e inizi a scriverla?
Come dicevo, io scrivo di personaggi. Si potrebbe dire che la trama è secondaria, per me, o meglio, è funzionale a svelare i conflitti, i sentimenti, le reazioni dei personaggi, nient’altro. Non dico che sia per forza il modo migliore di scrivere, in realtà vorrei essere molto più abile e fantasiosa, con le trame. Il modo che mi viene naturale, però, è questo.
In Comunque vada non importa uno dei personaggi principali, Andrea, è omosessuale. Cosa significa per te la rappresentazione dell’omosessualità e di personaggi femminili realistici nei media? E quali sono gli autori e artisti che apprezzi da questo punto di vista?
Solo di recente si è iniziato (giustamente e finalmente) a parlare della “rappresentazione” in questi termini, anche solo una decina di anni fa si trattava ancora di un bisogno implicito, spesso inespresso, anche se forte. Il fatto è che le storie, e i loro personaggi soprattutto, ci danno un’opportunità preziosa, cioè quella di mettere a fuoco gli infiniti aspetti della natura umana. Così tante possibili combinazioni di pregi, difetti, traumi, desideri, ossessioni, inquietudini… mi sembra uno spreco, fermarsi alle più ovvie. Per questo, tra i tradizionali personaggi femminili passivi tutti uguali, e la recente ondata di personaggi femminili grintosi tutti uguali, io non vedo grande differenza. Sempre di stereotipo si tratta. Riguardo agli autori, forse ti aspettavi una risposta un po’ più “alta”, ma su due piedi mi viene in mente Joss Whedon, l’autore di Buffy, Firefly e altri. Alcuni l’hanno scoperto con Avengers e si sono accodati ad alcune polemiche sul personaggio di Vedova Nera, ma Whedon ha portato la figura femminile in tv avanti di anni luce. Per quanto riguarda invece la sessualità, forse le mangaka CLAMP. In realtà non amo molto i loro manga, salvo rare eccezioni, ma sono tutti pervasi da una fluidità affettiva assoluta. Questo è molto giapponese, e molto rinfrescante.
Era vera nel suo sbirciare, vera nella fragilità che mostrava ora senza paura dietro quel mazzo di rose, vera nella freddezza di poco prima, vera nella sfiducia con cui una volta gli aveva detto: non so se sopravvivrò a quello che mi è successo. […] La vedeva nel coraggio col quale si trasformava per appartenere pienamente all’attimo presente, mai al passato, mai all’idea di sé, ma alla sé reale di quel momento, quel luogo, quell’adesso.
Se Comunque vada non importa era (anche) un bildungsroman, cosa dobbiamo aspettarci da Le ferite originali? Quali sono state le spinte per scrivere i tuoi due romanzi?
Il desiderio di immaginare, e quindi di raccontare, una determinata tessitura di rapporti. Comunque vada è tutto dal punto di vista di Darla, ma è la storia di come Darla ha a che fare con gli altri, in fondo. Come ho già detto, sono le relazioni tra le persone ad affascinarmi. In un modo o nell’altro, scrivo sempre di quello.
Cosa influenza la tua creatività e la tua immaginazione?
La distanza dall’ultima crisi depressiva legata alla consultazione del resoconto bancario.
Eleonora C. Caruso: la scrittura del web
Immersa nella cultura pop e nelle suggestioni culturali del terzo millennio, Eleonora C. Caruso dà alla sua scrittura un’impronta di dialogo continuo con i suoi lettori. Dobbiamo pensare che questo derivi dalla scrittura di fanfiction, che questo mondo effettivamente possa dare nuovi spunti alla letteratura. Dobbiamo pensare che sia possibile costruire una comunicazione nuova con il lettore, che sia partecipe del gioco delle allusioni, decifratore dell’immaginario dello scrittore.
La letteratura non è più soltanto ermetica, chiusa in sé stessa e inconoscibile. È pop, accessibile e non rinuncia all’eleganza e alla creatività, anzi dà loro nuove vesti.
Oriana Mortale
Riferimenti
Trovate Le Ferite originali in libreria, Eleonora C. Caruso su facebook, twitter, sulle pagine di Freeda, Wired e VICE.
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