La chiesa di San Marco in Sylvis, conosciuta anche come Chiesa di San Marco della Selvatella, è nota soprattutto per la leggenda della Pietra dei Miracoli. Si racconta che San Marco si sia riposato su di un blocco lapideo, al quale nel corso dei secoli sono stati attribuiti diversi poteri taumaturgici.
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Afragola: la sede del santuario di San Marco in Sylvis
Questo santuario, di spessore storico ed artistico, ha sede ad Afragola, grosso centro a nord di Napoli. Storicamente abitata dai Sanniti e collocata nel cuore dell’antica Campania Felix, si configura oggi come paese ricco di tradizione ed arte. Probabilmente il centro si sviluppa a partire da alcuni insediamenti rurali nelle vicinanze di chiese di costruzioni precedenti, tra cui quella di San Marco in Sylvis, forse l’unica che possiede una tradizione cronologica precisa riguardo alla fondazione.
La leggenda delle origini
Secondo la tradizione, ricavata da un’operetta attribuita al frate domenicano Domenico De Stelleopardis, la chiesa è stata edificata per ordine del re Guglielmo il Buono su richiesta degli abitanti del luogo. Il monaco afferma che, nella notte del 10 aprile 1179, gli angeli trasferirono le mura di questo edificio dal luogo originario all’interno del bosco di San Marco, così da coprire i corpi dei martiri della Chiesa di Nola al tempo delle persecuzioni dell’Imperatore romano Diocleziano e del suo crudele prefetto Timoteo. La motivazione del termine in Sylvis, che letteralmente significa nella selva, proviene proprio da questo mito.
L’aspetto architettonico
Quanto alla struttura architettonica bisogna dire che non conserva quasi nulla del suo primitivo aspetto. Si ipotizza che la chiesa nel 1179 fosse più bassa e con il pavimento ad una quota inferiore rispetto a quella attuale. Successivamente, in un tempo imprecisato, le mura furono alzate e ornate di nuove monofore, finestre sormontate da un arco con una sola apertura.
Probabilmente è cambiata anche la forma esterna, che oggi, dopo alcuni lavori del 1800, si presenta come una sorta di capanna. E’ rimasta intatta l’unica navata centrale, di tipo basilicale, coperta da un tetto a falde spioventi retto da una travatura fatta in legno. Per quanto riguarda il lato sinistro, ci sono due archi che portano all’interno di piccole cappelle tra loro comunicanti e caratterizzate da affascinanti affreschi come quello della Vergine delle Grazie col bambino nella parte superiore e dei tre santi in quella inferiore. Sulla stessa parete, durante i lavori del 1987, è venuta alla luce una nicchia dove è visibile purtroppo solo una parte di un affresco raffigurante un Calvario.
Il manufatto templare
Nella cappella Alfieri, la seconda sul lato destro, c’è una croce di pietra, poggiata su di una mensola dello stesso materiale. Secondo alcuni storici medievisti si tratta di un manufatto costruito secondo il modello delle croci dei cavalieri templari.
Che tipo di rapporto potrebbe mai esserci tra l’ordine templare e la chiesa di San Marco? Notizie certe non ne abbiamo, tuttavia possiamo basarci su una considerazione di Domenico De Stelleopardis. Secondo quanto si evince dalla sua operetta, la chiesa copre i corpi dei martiri di Nola e la sede dei templari più vicina ad Afragola è Cicciano, che dista solo pochi chilometri da Nola.
I poteri della Pietra miracolosa
Tra arte e tradizione, nella Chiesa di San Marco in Sylvis vive anche la leggenda della “Pietra dei Miracoli”, un grosso blocco lapideo che il parroco Odorisio De Jentile, nel 1600, fece incastonare nel muro absidale. Durante i lavori del 1897, la pietra fu spostata su una parete esterna, alle spalle della chiesa, ornata da un affresco raffigurante San Marco e San Gennaro.
Gli afragolesi sono profondamente legati a quella che per loro è la pietra sulla quale si sarebbe seduto San Marco durante una sosta dal suo viaggio verso Roma. Si racconta che anche il vescovo beneventano San Gennaro si sia riposato su di essa prima di partire per Pozzuoli, dove, dopo aver confortato i cristiani nelle carceri, fu condannato alla decapitazione nell’agro della solfatara nel 305 d. C.
Molti fedeli legati alla tradizione per ottenere la guarigione da mal di testa e mal di pancia girano tre volte intorno la chiesa per poi fermarsi e baciare con devozione la pietra. Si può ottenere in questo modo anche l’indulgenza plenaria dopo essersi confessati e comunicati. Tra le altre storie che ruotano intorno alla Pietra, la più divertente è quella che afferma che, avvicinando l’orecchio ad essa, è possibile ascoltare il verso della gallina e dei suoi pulcini. Viene sconsigliato di provarci durante la festa di San Marco quando, tra animi lieti e gioiosi, immancabilmente chi tenta di farlo riceve uno scappellotto e finisce per urtare contro la pietra, facendosi un gran male e generando le risate di tutti.
Caterina Castaldo
Fonti web:
http://www.parrocchiasanmarcoafragola.it/
Bibliografia:
Carlo Cerbone, Afragola feudale: per una storia degli insediamenti rurali del napoletano, 2004