“Laura” vede in scena Fulvio Sacco e Raffaele Parisi
Una tragedia umana all’interno di una tragedia umanitaria– Così Raffaele Parisi identifica Laura, spettacolo di cui è interprete insieme a Fulvio Sacco, che lo ha anche diretto oltre che rivisitato.
Due i topoi, senza spazio e senza tempo, quelli “genitori” di Laura: l’amore e la guerra. È questo il nucleo centrale che rende “Notte degli uomini”, di Jean Bernard-Luc, da cui è tratto Laura, così incredibilmente sempre attuale da poter scavalcare la sua epoca e addirittura superare la nostra; è questo il fattore che ha spinto Fulvio Sacco ad ambientare un testo degli anni cinquanta addirittura in un prossimo futuro; ipotetico, seppur ipotizzabile.
La trama si potrebbe dire delle più semplici: Laura è una donna contesa da due uomini. La vera difficoltà del testo si rivela nell’insostenibile complicanza dei rapporti interpersonali fra i tre. Fra Rick, giovane e facoltoso marito tradito, ed Enrico, difficile e dannato amante di Laura; ma soprattutto, fra i due uomini e Laura, evanescente figura che finisce per mostrarsi nel misticismo che è cifra distintiva del suo personaggio.
Laura che non è mai effettivamente in scena ma la dirige, Laura che non si mostra ma è presente, Laura che potrebbe essere la più meschina delle millantatrici, capace di sostenere una doppia vita se non una tripla, o la più fragile delle creature, incapace di sostenere troppo amore, inetta nel definire e pretendere una propria dimensione, vittima di due forme dello stesso sentimento che non vedono in lei più di quanto desiderino, vittima di due amori che non riescono ad amarla abbastanza da lasciarla andare, che rischiano di distruggerla nell’egoistico tentativo di tenerla stretta. Laura, che potrebbe anche essere creatura dalla carente personalità, passata da un rapporto all’altro come una staffetta; ma dalla potente carica simbolica, emblema dell’ego dell’uno o dell’altro dei suoi amatori.
Marito ed amante non instaurano un rapporto più chiaro di quello che hanno con il beneamato oggetto della disquisizione: in una diatriba recalcitrante, si scambiano continuamente i ruoli di buono e cattivo, arrogante ed innamorato, debole e forte, sofferente e prepotente, indifferente e devastato, fino a che è lo stesso podio della vittoria a vacillare, fino a che non è più chiara quella che sia la vera vittoria: Laura? Una rivalsa personale? La rivincita? Un sentimento? Il risentimento? La vendetta?
Qual è la parte giusta? Chi reagisce, chi agisce? Chi è il più debole? Chi è lo sconfitto? Chi è il più forte? E se fosse Laura, invece, carnefice inconsapevole?
Proiezione della sfida fra i due, Laura si vanifica in un amore. Un amore vissuto con ansia e spiato dalla finestra, come la guerra. Un amore che aggredisce, come la guerra.
Frattanto, tira le fila della storia e decide sempre lei come si evolveranno i fatti, seppure la sua voce (prestatale da Marianita Carfora) la si ascolta appena una sola volta.
Ci si arriva perfino a domandarsi se Laura esista concretamente o se sia metafora di vita dove siamo tutti vittime e tutti carnefici.
In uno spettacolo che fa lo sladom fra il bianco e il nero scegliendo di evolversi nelle tinte del grigio, è complicato assumere e mantenere una posizione. Era questo l’obiettivo principale, conferma Fulvio Sacco: lavorare sulle debolezze umane, che appartengono inesorabilmente a tutti, così che sia più semplice comprendere un disagio piuttosto che puntare un dito.
La situazione materiale proposta dal teatro quartieri Airots, una piccola saletta da poco più di trenta posti sita in zona quartieri spagnoli, rievoca la sensazione di asfissia di Laura come quella della guerra, sfondo immutato che ha ispirato l’autore Bernard-Luc quando scrisse lo spettacolo negli anni cinquanta come il regista Fulvio Sacco quando lo lesse, durante i giorni di Charlie Hedbo a Parigi.
Gli spari improvvisi, le bombe, la paura, la sensazione di morte, di pericolo, saturano l’aria e sono messaggeri.
Lo spettacolo è vivo di domande aperte e lasciate in sospeso; si conclude in un clima di affiatamento, trasporto riguardo quanto è accaduto e riguardo la sua corretta interpretazione, che probabilmente resta relativizzata alle differenti prospettive.
Ma soprattutto, si conclude nel calore di un pubblico che si stringe intorno ad un boccone di palco e gli “respira addosso”, sensazione descritta dagli stessi interpreti.
La presentazione di questo primo studio sul soggetto è andata in scena dal 12 al 15 aprile 2018 riscontrando una buona accoglienza, ma lo spettacolo andrà avanti -come pronostica il suo regista- si evolverà e si riproporrà certamente entro la prossima stagione.
Una produzione Murìcena teatro, Laura è la sorella minore di un’originale “Natale in casa Cupiello”, esperimento di una commedia bilingue proposto questo inverno e rappresentato all’istituto Grenoble oltre che in Francia.
Uno staff giovane e attento ha partorito uno spettacolo intenso, smussato al momento giusto dalla comicità che contraddistingue il nostro teatro, per poi tornare ad instillare le domande che ogni buon teatro dovrebbe lasciare agli spettatori in cambio degli applausi, che, a testimonianza della buona riuscita di Laura, non sono mancati.
Teatro quartieri Airots – (pagina ufficiale)
Letizia Laezza