Liutaio o “liutaro“ – come un tempo era chiamato il moderno costruttore di violini – deriva da “lèuto” ovvero da uno dei più remoti strumenti ad arco del passato, utilizzato durante l’epoca Barocca.
Questa figura legata al mondo classico, in tutte le sue sfaccettature, racchiude in sé il fascino e la sapienza del lavoro manuale da cui scaturisce lo strumento finito, quella magia che è: l’arte della creazione.
Sinonimo di tradizione, passione, studio e dedizione interconnessi strettamente alla poesia dei suoni, quello del liutaio è un antico mestiere che sembra oggi tornare in auge all’insegna del recupero di una qualità che sfida le regole di guadagno dell’odierna società.
Decidere di diventare liutaio è una scelta molto coraggiosa ai giorni nostri, mentre i ritmi dell’era moderna corrono veloci con il solo obiettivo del tornaconto economico. Imboccare la strada di quello che è comunemente visto come un semplice “costruttore di violini” è un atto anticonformista che qualcuno considera eccessivamente utopistico ma che sicuramente, per chi è guidato dalla giusta motivazione, diventa sostanza di grande soddisfazione personale.
Un esempio è l’esperienza di giovani come Luca Ruggiero, liutaio dell’alta Maremma di origini campane, di cui parleremo in seguito.Come ogni antico mestiere che cerchi di sfidare il tempo e lo spazio, può essere arduo emergere, tuttavia, encomiabile è la determinazione di chi compie un percorso di questo tipo per arrivare a diventare “mastro” e trasformare una passione in lavoro.
Un lavoro che richiede pazienza, capacità di attesa, umiltà e tanta voglia di apprendere e migliorarsi gradualmente. La liuteria non è solo l’affascinante realtà dei violini, così come Antonio Stradivari non è il solo grande liutaio della storia italiana per quanto abbia dato inizio ad una pregiata produzione di strumenti ancora attualmente tra i migliori.
C’è molto e tanto altro dietro questo artigiano-artista del legno!
Liuteria: cenni storici
La liuteria prevede la costruzione o il restauro di strumenti a corda ad arco e a pizzico. Sorge in Italia come lavoro di bottega del maestro affiancato dall’apprendista e, solo in seguito, si estende nel mondo fino a toccare vette altissime durante il Rinascimento.
Tra le città più in voga per la presenza dei più rinomati laboratori di liutai si contraddistinsero Cremona, Brescia, Milano per poi diffondersi in tutta Europa con la fondazione di scuole nazionali.
Per quanto il primato dell’arte del liutaio sia attribuito alla Lombardia, bisogna comunque riconoscere che in Italia ci sono molte scuole famose a riguardo, basti citare: la scuola bolognese, veneziana, napoletana e la scuola toscana sviluppatasi tra Pisa, Arezzo, Firenze e Lucca.
La tradizione legata al liutaio e al suo lavoro, seppur deve la sua fama a Cremona da un lato, dall’altro deve la sua continuità alla Toscana, dal momento che qui quest’arte viene coltivata sin dal Duecento senza interruzione, non a caso, sia Dante nel “Purgatorio” che il Vasari nei suoi scritti, citano l’uno il liutaio fiorentino Belacqua e l’altro ci presenta un Leonardo da Vinci improvvisato liutaio presso la corte di Lorenzo de’ Medici.
Tale costanza e stabilità non fu garantita da Cremona che invece, in seguito alla morte di Antonio Stradivari, tornò ad essere un semplice borgo agricolo dove il liutaio ricompare solo a partire dal 1925, per volontà fascista.
Il liutaio oggi: l’esperienza di Luca Ruggiero
Questo lavoro richiede una formazione fondamentale dal momento che prevede aspetti tecnici ed artistici notevolissimi, basti pensare alla scelta oculata dei legni e all’abilità nel produrre decori, per quanto alla base vi sia principalmente un grande spirito di sacrificio, abnegazione e la forte passione. Una passione divampante accompagnata da curiosità e tanta umiltà come in un’intervista la definisce Luca Ruggiero, giovane liutaio della Val di Cornia che ad un certo punto della sua vita, decide di entrare in questo mondo affascinante fatto di tagli, suoni e misure.
Luca è un ragazzo di trentotto anni, originario di Fontanarosa (piccolo paesino campano dell’Irpinia, in provincia di Avellino) dove ha cominciato a vent’anni a lavorare il legno presso l’artigiano ebanista Raffaele Giusto, per arrivare oggi, dopo un periodo di apprendistato, a svolgere piena attività di liutaio a Venturina, in Toscana, ove risiede ed è sito il suo laboratorio.
Liutaio oramai affermato, entra in contatto con la musica già dalla sua prima infanzia, quando ascoltava il nonno materno suonare l’organetto per hobby e, durante un periodo di soggiorno estivo in Campania, il suo interesse e la sua voglia d’imparare lo condussero nella bottega del mastro, da cui poi ha preso abbrivio l’avventura che si è rivelata inaspettata anche per lui. La sua esperienza comincia come restauratore di mobili, inconsapevole di ciò che sarebbe diventato nel tempo!
Successivamente si iscrive ad un corso di formazione per ebanisti, frequentato anche da liutai ed entra ufficialmente in quella che oggi è la sua realtà, una realtà che ha dentro il gusto antico dell’incedere lento nel rispetto di un lavoro dove calma, pacatezza, meticolosità e precisione sono l’essenza.
Luca, il liutaio di Venturina, presso cui oggi approdano grandi artisti di un certo calibro e levatura alla ricerca dello strumento di alta qualità, è un giovane professionista rimasto una persona semplice che con modestia continua a lavorare su se stesso per migliorarsi e migliorare la sua opera.
In alternanza alla sua attività, studia violino da cinque anni presso una scuola privata per poter arricchirsi di quelle ulteriori sfumature che possono tornare utili al suo lavoro. Un lavoro dove l’ambizione è sfiorare la perfezione … nel suono, nelle forme, nei colori.
Tra lime, raspe, attrezzi del mestiere, vernici, legni dalle grane, colori, tonalità e odori diversi da scegliere e sentire con quella sapienza tipica dell’artigiano che si lascia guidare soprattutto dal cuore, nasce la creazione dello strumento dalle sagome sinuose che lentamente prende vita tra le mani del attento e meticoloso liutaio.
Dal coltivare un puro “passatempo”, Luca si è ritrovato liutaio di professione investendo tutto se stesso e credendoci fino in fondo con energica determinazione. Un impegno che lo investe pienamente, che lo diverte e che rappresenta il suo grande traguardo e parte della sua realizzazione personale.
Egli stesso attesta:
“Costruisco strumenti che mi parlano: ognuno con la propria voce e la propria anima. Violini, viole, violoncelli […] E ogni volta è un’emozione nuova, una scoperta, un sogno che diventa realtà”.
Pasqualina Giusto
Bibliografia:
- Dante Alighieri, Purgatorio, IV canto, “Divina Commedia”.
- Giorgio Vasari, “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori”.
Sitografia: