Indice dell'articolo
Amati, odiati, criticati, osannati… Alzi la mano chi non conosce gli U2.
A prescindere dall’opinione su di loro e sulla loro musica, tutti sono concordi sul fatto che gli U2 sono una delle più grandi rock band ancora in circolazione, ed una delle ultime della “vecchia guardia” dei cosiddetti “dinosauri” del rock and roll.
Il loro stile unico e le loro canzoni immortali da due decenni e mezzo ormai riempiono gli stadi con dei tour mastodontici e leggendari che battono ogni volta tutti i record di incassi come l’ultimo, l’U2 360° Tour, in cui si sono esibiti ogni sera su un gigantesco palco a forma di artiglio alto 51 metri: in tre anni tutte le date sono andate sold-out, gli spettatori sono stati 7.272.046 per un incasso totale di 736.421.584 milioni di dollari!
E quando si nominano gli U2, a chi si pensa subito? Beh, senza dubbio al loro leader Bono Vox, la cui smania filantropica, spesso in verità criticata, lo ha portato a diventare una figura d’importanza globale ben oltre la musica. Ma il pensiero va anche a The Edge, il chitarrista, il cui stile semplice ed inconfondibile basato sul sapiente utilizzo dell’effettistica, in particolar modo il delay, sull’utilizzo degli arpeggi e sul timbro cristallino lo hanno portato ad essere uno dei chitarristi più influenti ed imitati al mondo, soprattutto tra le band dell’ultima generazione.
Spesso si tende tuttavia quasi a dimenticare dell’altra metà della band, ovvero la sezione ritmica composta da Larry Mullen jr. alla batteria ed Adam Clayton al basso. Del resto loro si tengono più o meno volontariamente in secondo piano rispetto alle due primedonne della band per una questione caratteriale, però troppo spesso anche il loro contributo musicale viene sottovalutato da chi conosce soltanto superficialmente gli U2, specialmente quello di Adam Clayton, che a primissimo impatto come bassista dà l’aria di essere lontano anni luce dal virtuosismo e dallo stile piuttosto banale e scontato.
Niente di più lontano dal vero. Il basso di Adam Clayton in realtà è la vera ossatura del sound tipico degli U2 insieme allo stile di batteria “marziale” e basato fortemente sull’utilizzo dei tom e del timpano tipico di Larry Mullen.
I suoi giri in genere sono sì semplici, ma mai banali e scontati, e soprattutto sempre pienamente attinenti alla canzone.
Ed è proprio per celebrare i cinquantacinque anni del bassista irlandese, nato il 13 marzo del 1960 a Chinnor, Inghilterra, ma cresciuto a Dublino, che riproponiamo una carrellata con dieci dei giri di basso più rappresentativi del suo stile, usciti (in gran parte) dai suoi bassi Fender (senza pretendere di classificarli, specifichiamo). Tanti auguri, Adam!
1 – Get on Your Boots
La linea di basso potente, piena e “sporcata” dagli effetti è il vero fondamento del pezzo.
2 – Where The Streets Have No Name
Qui Adam impugna il plettro e il basso si fa tagliente e veloce, pur rimanendo essenziale nella costruzione armonica.
3 – Lemon
Qui Adam sperimenta, come in tutto l’album Zooropa e in quelli successivi, ad uscire dal suo solito tracciato ritmico e ad inserire influenze funk nel suo tipico groove, pur senza perdere la sua impronta inconfondibile.
4 – New Year’s Day
Un giro di basso inconfondibile, un vero e proprio must per i fan degli U2 che si approcciano allo strumento insieme a quello di With or Without You.
5 – Some Days are Better than Others
Altro brano tratto da Zooropa in cui Adam fa uscire dal suo basso un giro semplice ma micidiale.
6 – Zoo Station
Il pezzo d’apertura del fantasmagorico ZOO TV Tour e di Achtung Baby, l’album della svolta in casa U2, non sarebbe lo stesso senza il groove creato da Adam.
7 – Gone
Questo brano proviene da Pop, l’album successivo a Zooropa, ed in quel periodo Adam ha avuto l’umiltà di mettersi totalmente in discussione come bassista e mettersi a studiare da capo lo strumento in modo approfondito e metodico. Da allora tenderà ad includere sempre più influenze nel suo stile pur, come già detto, senza snaturarlo.
8 – Vertigo
Altro pezzo famosissimo, in cui esce fuori tutta la potenza del basso di Adam Clayton.
9 – With or Without You
Non si può parlare de Il pezzo degli U2 senza parlare del suo giro di basso: di una semplicità quasi disarmante (è interamente suonato su una corda sola per dare un effetto di “legatura” tra le note), ma che crea letteralmente il sound del pezzo.
10 – I Still Haven’t Found What I’m Looking For
La linea di basso di questo storico pezzo probabilmente contiene la summa dello stile di Adam Clayton: semplice senza essere banale, incisivo senza essere invadente.
E concludiamo aggiungendo un “bonus”: si tratta di 40, la canzone che tradizionalmente chiude i concerti degli U2 dai tempi del tour dell’album War nel 1983 ed in cui Adam e The Edge si scambiano gli strumenti passando l’uno alla chitarra e l’altro al basso.
Giacomo Tarkus Sannino