Al centro di una delle piazze-simbolo del centro storico di Napoli, Piazza del Gesù Nuovo, attraversata dalla celebre via Spaccanapoli, tra l’omonimo convento e la fondazione monastica di Santa Chiara, si innalza un gigantesco simbolo di devozione mariana: si tratta dell’Obelisco dell’Immacolata Concezione o Guglia dell’Immacolata Concezione.
Un po’ di storia
Il padre gesuita Francesco Pepe volle erigere l’Obelisco dell’Immacolata per fini propagandistici: la guglia è stata utilizzata, infatti, dalla committenza gesuita per onorare la gloria del dogma di Maria l’Immacolata Concezione, protettrice, tra l’altro, della monarchia di Spagna.
Nel 1747 si costruì la guglia barocca dedicata all’Immacolata, con grande costernazione del duca Monteleone che temeva l’abbattimento dell’alta e svettante costruzione sulla facciata del suo palazzo, palazzo Pignatelli di Monteleone, posto a pochi passi di lì (Napoli è stata funestata da rovinosi terremoti che dal medioevo hanno distrutto sistematicamente quasi tutti i monumenti più importanti della città). Tuttavia le proteste del duca non ottennero il favore del re Carlo III, che, invece, avrebbe voluto collaborare alla grande “colletta” popolare voluta da padre Pepe, il quale rifiutò per riuscire da solo (riuscendoci) a mettere insieme la cifra per pagare gli artisti che collaborarono alla realizzazione dell’Obelisco dell’Immacolata. Il nuovo simbolo della potenza gesuita prendeva per sempre il posto del monumento dedicato a Filippo V che ebbe solo due anni di vita, dal 1705 al 1707, quando con l’ingresso degli austriaci a Napoli, il popolo lo distrusse.
Progetto e descrizione dell’Obelisco dell’Immacolata
Il progetto dell’Obelisco dell’Immacolata fu realizzato da Giuseppe Genoino, mentre la direzione dei lavori venne affidata a Giuseppe Di Fiore, aiutato dall’architetto gesuita Filippo D’Amato tra i più fiorenti architetti di quel periodo. Per le sculture marmoree, invece, vennero ingaggiati Matteo Bottiglieri e Francesco Pagano che seguivano le orme del pittore, scultore e architetto napoletano Domenico Antonio Vaccaro (Napoli, 1678- Napoli, 1745).
In quegli anni la guglia era circondata da una cancellata sulla quale originariamente erano poste dodici lanterne. Il basamento in marmo è largo e profondo e i piani superiori vanno sempre più restringendosi verso la cima che culmina con la statua della Vergine Maria, onorata, ancora oggi, ogni 8 dicembre, con una corona di fiori in occasione della festa dell’Immacolata Concezione. Su questo basamento, decorato con fiori, medaglioni, panneggi, si innalza il primo livello dove sono scolpite quattro coppie di puttini con gli emblemi dell’Immacolata (il sole, le stelle e la mezzaluna) di difficile attribuzione sia al Bottiglieri come al Pagano anche per i diversi interventi di restauro.
Al secondo livello corrispondono quattro santi gesuiti, ossia Sant’Ignazio di Loyola e San Francesco Saverio eseguite dallo stesso Bottiglieri, mentre San Francesco Regis e San Francesco Borgia da Francesco Pagano. Alla stessa altezza sono scolpiti i rilievi con quattro episodi evangelici legati a Maria: l’Annunciazione, la Nascita della Vergine, la Presentazione al Tempio (o la Purificazione) e l’Assunzione (o Coronazione di Maria della SS. Trinità). Nell’ultimo registro ritroviamo ancora altri quattro puttini e, successivamente, due ovali, contornati di decorazioni, accolgono i busti di San Luigi Gonzaga e San Stanislao Kotska; infine, in cima è posta la statua in rame dell’Immacolata.
Anna Cuomo