L’avvoltoio è il significativo titolo del nuovo medical thriller di Giuseppe Petrarca, opera dalla forte valenza sociale oltre che dalla pregevole costruzione narrativa. Terzo romanzo con protagonista il commissario Cosimo Lombardo, L’avvoltoio indaga nella dimensione più intima del personaggio attraverso il suo confronto con il terribile mondo del traffico di organi e delle insensibili speculazioni ai danni dei più deboli, principalmente bambini e immigrati.
Tornato nella natia Sicilia per un periodo di riposo dal consueto ambiente lavorativo milanese di cui disprezza il diffuso arrivismo, il commissario Lombardo dovrà infatti affrontare una potente organizzazione criminale internazionale e fronteggiare una violenta epidemia scoppiata in un campo d’accoglienza dietro cui sembrano celarsi oscuri interessi.
Il giorno 21 giugno Giuseppe Petrarca ha presentato l’opera, edita da Homo Scrivens, al Mondadori Bookstore sito in Piazza Vanvitelli (Napoli). Nel corso della presentazione oltre all’autore sono intervenuti lo scrittore e critico letterario Raffaele Messina (di cui abbiamo recensito Ritrovarsi) e lo scrittore e giornalista Angelo Petrella (di cui abbiamo recensito Fragile è la notte). Alcuni estratti dell’opera sono stati letti da Clotilde Punzo, direttore amministrativo del conservatorio di San Pietro a Maiella nonché attrice amatoriale di teatro storico.
I registri stilistici de L’avvoltoio
Angelo Petrella ha sottolineato l’attualità dei romanzi di Petrarca, a metà tra il legal e il medical thriller, e la grande capacità dell’autore di infondere nuova linfa vitale al personaggio del commissario Lombardo, pensato per apparire in un’unica opera ma divenuto poi protagonista di una trilogia.
Il tratto più caratteristico del romanzo è però la compresenza di due diversi registri stilistici posti quasi in contrapposizione: mentre il primo è infatti estremamente forte, carico di una lucida spietatezza a tratti inumana, il secondo è delicato e malinconico, legato alla descrizione di una Sicilia carica di odori e sapori che ricorda a Lombardo la propria infanzia.
Ambientazione e immigrazione
Raffaele Messina ha evidenziato quanto l’ambientazione siciliana sia frutto di un’approfondita conoscenza diretta del territorio di cui viene offerta una ricognizione puntuale. Essa si discosta inoltre dalle più tipiche descrizioni dell’isola, come quella offerta da Camilleri, conferendo centralità e rilievo a territori periferici come Pozzillo, frazione di Acireale.
Messina riconosce inoltre a Petrarca il merito di aver trattato l’immigrazione senza lasciarsi sedurre dall’idea di portar avanti una tesi di fondo preconfezionata inquadrando invece il fenomeno da molteplici punti di vista e descrivendolo con crudo realismo.
L’interiorità del commissario Lombardo
Giuseppe Petrarca si è concentrato sulla figura del commissario Lombardo che subisce un’evoluzione rispetto ai romanzi precedenti (Inchiostro Rosso e Corpi senza storia). Ne L’avvoltoio egli infatti indaga dentro se stesso prima ancora che nel mondo esterno, perdendosi nei vortici della depressione e nei ricordi di un tempo passato. La ricerca della verità resta però un obiettivo fondamentale, a cui la volontà di riscatto non può che accostarsi.
Elemento centrale nella narrazione è il mare, visto nella sua ambivalente natura di ponte e di confine, un mare che al tempo stesso può unire ma anche dividere. Per Petrarca c’è infatti un contrasto stridente tra le origini inclusive della Sicilia e l’attuale dilagante paura del diverso, visto come portatore di contagi ed immoralità. Spingere verso un superamento di questa condizione costituisce quindi uno degli obiettivi principali dell’autore.
Alessandro Ruffo