La concezione di immaginazione primaria e secondaria secondo Samuel Taylor Coleridge è una delle più importanti del periodo romantico.
Si sa che la poesia romantica attribuisce grande importanza alla facoltà immaginifica del poeta, intesa come riflesso del suo genio e della sua grandezza individuali. L’affermazione della soggettività nel discorso poetico è stata infatti uno dei più importanti apporti del Romanticismo alla letteratura. Il famoso critico Harold Bloom sostiene che con la pubblicazione delle Lyrical Ballads la poesia ha fatto dell’interiorità del poeta la sua tematica prediletta.
A differenza dei neoclassici, che ritenevano la poesia l’espressione abbellita di verità comunemente condivise, i romantici pongono estrema attenzione al potere creativo dell’immaginazione. Dal XIX secolo, il potere dell’originalità e la spontaneità dell’immaginazione saranno celebrati come non mai nella storia della letteratura inglese e non.
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L’immaginazione è divina
Sia Wordsworth che Coleridge consideravano l’immaginazione qualcosa di divino. Nella sua Biographia Literaria, Coleridge portò la concezione della natura metafisica dell’immaginazione alle estreme conseguenze, facendo una distinzione tra tre elementi di estrema importanza nel processo di creazione poetica: l’immaginazione primaria, l’immaginazione secondaria e la fantasia.
Immaginazione primaria e immaginazione secondaria secondo Coleridge
L’immaginazione primaria e l’immaginazione secondaria vanterebbero entrambe la stessa origine divina. La loro differenza è solo nell’intensità e nel grado con cui operano ma non nel modo.
Coleridge afferma che la mente è attiva nella percezione e che questa attività è subconscia e comune a tutti gli uomini. Il lavoro dell’immaginazione primaria è dunque il potere innato di percepire il mondo esterno, rendendoci possibile la conoscenza.
Strettamente legata all’immaginazione primaria era l’immaginazione secondaria. È questa secondo Coleridge la forma artistica dell’immaginazione da cui si sprigionavano le più alte manifestazioni della poesia. L’immaginazione adoperata dal poeta nel processo creativo è dunque l’immaginazione secondaria. Di conseguenza, se tutti gli uomini sono dotati dell’immaginazione primaria solo a pochi è concesso di accedere all’immaginazione secondaria.
Le differenze tra l’immaginazione primaria e l’immaginazione secondaria
L’immaginazione secondaria differisce in due importanti aspetti dalla primaria: se l’immaginazione primaria è subconscia, l’immaginazione secondaria coesiste con la volontà cosciente (conscious will) e comprende pertanto elementi sia dell’attività conscia che di quella subconscia. L’attività poetica confonde continuamente i due piani. Alcuni elementi sono scelti intenzionalmente mentre altri emergono misteriosamente dalla mente subconscia del poeta. L’immaginazione secondaria è un ponte tra il mondo dello spirito e il mondo della materia: fonde insieme la percezione, l’intelletto, il sentimento, la passione e la memoria.
Inoltre, l’immaginazione secondaria ha il potere di dissolvere e reintegrare le diverse componenti della realtà in un modo nuovo e inaspettato, tendendo così all’idealizzazione e all’unificazione.
La fantasia
In ultima istanza esiste la fantasia (fancy), considerata una facoltà inferiore all’immaginazione. La fantasia non presenta niente di misterioso: agisce meccanicamente riunendo vari e diversi componenti con lo scopo di produrre immagini appropriate. È la facoltà utilizzata da un poeta quando usa la metafora o la similitudine. Le diverse immagini sono organizzate e combinate insieme, ma non fuse in un tutto organico. È una facoltà logica, e per Coleridge la logica è regolativa più che creativa: la logica organizza il materiale, non lo crea.
Questa particolare concezione dell’immaginazione, che è uno dei contributi teorici più importanti di Coleridge, è il risultato di una serie di influenze filosofiche provenienti da Kant, Fichte e Schelling.
Salvatore Cammisa
Fonti:
Samuel Taylor Coleridge, Biographia Literaria, London, J. M. Dent & Sons, 1952