Il FIRST® LEGO® League (FLL), ovvero la massima competizione di robotica a livello mondiale per giovani di età compresa tra i 9 ed i 16 anni, nasce dalla collaborazione tra LEGO e FIRST (acronimo dell’Associazione americana For Inspiration and Recognition of Science and Technology, ovvero ‘Per l’ispirazione e la valorizzazione di Scienza e Tecnologia’). Il torneo prevede l’utilizzo esclusivo di materiali LEGO Mindstorms al fine di mettere sullo stesso piano i contendenti aventi età molto diverse tra loro ed è finalizzato alla progettazione e costruzione robot autonomi, applicandoli a problemi reali di grande interesse generale, ecologico, economico, sociale, per cercare soluzioni innovative.
Questa competizione non è però soltanto robotica. Infatti oltre al robot col quale i team partecipano al Robot Game è richiesto ai ragazzi di presentare una ricerca che renda conto del percorso educativo affrontato durante l’anno di progettazione, con tanto di esperimenti e verifica di fattibilità dell’idea. Vengono così richieste e messe in gioco anche le capacità espositive, logiche e di comunicazione dei ragazzi. Attraverso tale competizione i ragazzi acquisiscono conoscenze e competenze utili al loro futuro lavorativo e si avvicinano in modo concreto a potenziali carriere in ambito sociale, scientifico e ingegneristico. La sfida è uguale in tutto il mondo.
In Italia la competizione, gestita dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto con il patrocinio del Miur, è arrivata alla terza edizione: quest’anno circa 90 squadre hanno aderito all’evento.
Robotica e storia antica
Il connubio, per quanto bizzarro, è risultato vincente per l’Istituto tecnico tecnologico Fedi-Fermi di Pistoia. Era infatti stato richiesto ai team partecipanti un progetto volto a migliorare il sistema educativo e didattico. A tale richiesta i ragazzi pistoiesi hanno risposto con qualcosa che rispetta i due requisiti principali che vengono inculcati in ogni buon corso di ingegneria robotica: semplicità ed originalità. Non è infatti sempre necessario reinventare la ruota, a volte basta semplicemente applicare soluzioni già consolidate a casi per i quali non erano state pensate. In particolare il loro progetto riguarda l’apprendimento della storia romana, utilizzando ologrammi e oggetti tridimensionali virtuali che fuoriescono da tablet e smartphone. L’obiettivo è di incentivare la curiosità sulle discipline didattiche classiche sfruttando i ritrovati più moderni. Dopo aver superato la competizione interregionale del centro-Italia, la squadra si è aggiudicata il primo posto alla finale italiana tenutasi a Milano il 7 Marzo scorso, guadagnandosi il diritto a partecipare alle finali mondiali di St. Louis, nel Missouri (USA), tra il 22 ed il 25 Aprile.
In attesa di sapere come vada questa meravigliosa avventura dei giovani di Pistoia facciamo loro tanti auguri per il loro futuro che già vediamo radioso.
La robotica in Italia
Il settore industriale ad alto contenuto tecnologico dedicato alla robotica è effettivamente sempre più forte in Italia. E sempre più sono gli istituti di ricerca, soprattutto nel nord Italia (si veda a tal proposito la mappa), che si dedicano alla ricerca in tal senso. Tuttavia il maggior impulso sembra lo stiano dando proprio i giovani che tendono a guardare sempre con maggior curiosità queste tecnologie, applicandole ai campi più disparati. Solo il 16 Gennaio scorso un altro istituto, l’Istituto Tecnico Industriale “Augusto Righi” di Napoli, era arrivato alle fasi finali dello Zero Robotics, una competizione promossa per studenti europei ed americani dall’MIT (Massachusetts Institute of Technology), dall’Agenzia spaziale europea e dal Politecnico di Torino. Precedentemente, nel 2013, era risultato vincitore della medesima competizione l’ITI “Ettore Majorana” di Grugliasco, in Piemonte. Insomma sempre maggiore è l’interesse dei giovani per questo settore e sempre migliori sono i risultati da essi conseguiti. Chissà che un domani essi non portino l’Italia ad essere leader del settore.
Francesco Orefice