Spettatori terrorizzati fuggono dalle sale, altri limitano a sfogare il proprio terrore attraverso disperate grida o pianti isterici. Il maxi-schermo proietta l’inquietante immagine di una ragazzina che scende una intera rampa di scala a mo’ di ragno umano col capo rivolto al contrario. Corre l’anno 1973, L’esorcista (The Exorcist) diretto da William Friedkin fa il suo esordio al cinema terrorizzando pubblico e critica. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty, affronta un argomento mai trattato prima: la possessione dal demonio.
Il genere horror narra così al grande pubblico un argomento pressoché sconosciuto, seppure la Chiesa mostri da subito di non gradire particolarmente l’esposizione mediatica alla quale viene sottoposto il tema esorcistico. La pellicola terrorizza ma al contempo riscuote enorme successo presso botteghini statunitensi nonché all’estero, L’esorcista (The Exorcist) diviene da subito un cult del genere horror. L’opera, con durata superiore alle due ore, presenta sei lingue ed un cast composto da attori semi-sconosciuti. Anche i vari idiomi parlati all’interno del film aiutano ad offrire una maggiore internazionalizzazione del prodotto nei paesi meno propensi alla proiezione del genere horror.
Protagonisti togati, innocenti vittime possedute e demoni ingannatori
Alle stereotipate figure dei protagonisti vecchio stampo vanno aggiungendosi i preti, considerati fino ad allora soggetti prettamente passivi, al massimo degni co-protagonisti. Niente mostri o fantasmi, è il male nella sua forma più terrificante rappresentata dal Diavolo ad assumere il ruolo dell’antagonista per eccellenza. Il bene contro il male, sic et simpliciter, vittima scelta dal demone Pazuzu una innocente dodicenne. Chiamato a salvare la ragazzina un umile prete dai trascorsi pugilistici alla ricerca della fede smarrita e tormentato dalla recente scomparsa della madre già ammalata. L’esorcista (The Exorcist) viene considerato il film più rappresentativo del suo genere, esso infrange la censura che obbligava gli horror a rimanere ancorarti su temi che non potessero mai sfociare nella possessione demoniaca.
L’esorcista (The Exorcist): principio di filone horror e scontro tra religione e scienza
L’esorcista (The Exorcist) ha avuto altri due sequel con attori e contesti differenti che non hanno però riscosso lo stesso successo del primo capitolo. La pellicola del regista William Friedkin ha dato vita nel corso degli anni a tutta una serie di film e sequel basati sugli esorcismi. La saga horror di The Conjuring è quella a cui meglio è riuscito incanalare gli insegnamenti cinematografici tramandati dal genio di Friedkin. La colonna sonora appare degna di un’opera di Dario Argento, da sola capace a raccontare la lugubre atmosfera della vicenda.
I membri del cast raccontano che la temperatura all’interno della camera da letto della indemoniata tredicenne era gelida. Il regista proibì severamente qualsiasi forma di riscaldamento mantenendo aperte finestre e portoni in pieno inverno. Il vomito che fuoriesce dalla bocca della stessa Linda Blair è semplice zuppa di piselli, colorito verde appunto necessario a rendere l’idea del malefico putridume infernale. Gli interpreti del film hanno più volte dichiarato nelle interviste di avere percepito durante le riprese una oscura presenza vegliare su loro, leggenda risultata poi vincente in termini pubblicitari.
L’esorcista (The Exorcist) ha avuto il merito di avere sdoganato il proibito tema della possessione demoniaca ben oltre le scene cinematografiche. Dopo l’uscita della pellicola, infatti, diverse figure religiose e laiche iniziarono a seguire con approccio sia spirituale che scientifico le vicissitudini legate ai cosiddetti posseduti. Ciò condusse ad un accesso dibattito dottrinale: da una parte psicologi e psichiatri, dall’altra sacerdoti e alti esponenti mondo ecclesiastico. I primi convinti che il disturbo avesse alla base seri disturbi patologici in grado di provocare nella psiche di alcuni soggetti quei presunti attacchi demoniaci. Gli uomini di fede disposti ad ammettere l’esistenza, seppur in rari casi, di oscure presenze ultraterrene pronte a prendere possesso delle malcapitate vittime al fine di condurle a tragica morte.
Padre Gabriele Amorth: Satana s’è insediato anche tra le mura del Vaticano
Qui di seguito le parole rilasciate durante un’intervista dal celebre esorcista di fama mondiale padre Gabriele Amorth, (1 maggio 1925 Modena; 16 settembre 2016 Roma). Ad esplicita domanda del giornalista su quale possa essere ritenuto il maggior successo di Satana, egli così risponde: << Riuscire a convincerci che lui non possa esistere. Discorso similare va fatto per i membri della Chiesa Cattolica Romana. Clero ed episcopato non credono più nel demonio, nel potere maligno che questi esercita su mente e corpo umano, ancor meno nel potere guaritore dell’esorcismo. Diffidano anche del dono concesso dal Cristo ad alcuni di noi per scacciare il Male da vittime che soffrono dolori atroci >>.
Come più volte ribadito da padre Amorth il successo del diavolo risiede nella sua natura di vile ingannatore. Il Maligno è impegnato da secoli a tentare l’uomo attraverso il solito binomio composto da denaro e popolarità. Ecco spiegato perché secondo l’esorcista modenese << …Esso è destinato ad aggiudicarsi ancora tante ed importanti battaglie, ma rimarrà sempre la scimmia di Dio… Come tale destinato a venire sconfitto >>. È il disperato tentativo ingannatore di una scimmia che non potendo eguagliare la potenza del padrone prova a corromperne la sua umana creazione.
Davide Gallo