Le terme di Baia a Bacoli: lo svago degli imperatori

Il complesso di cui parleremo in questo articolo è situato a Baia, frazione di Bacoli, (comune della città di Napoli) a sua volta compresa nella vasta zona dei Campi Flegrei. Era, ed è tutt’oggi, un luogo di intenso fascino, un vero e proprio podio naturale dal quale si apprezzava un panorama d’ineguagliabile bellezza.

L’attuale porto era occupato in gran parte dalla terraferma, e ai lati, dai promontori di Punta dell’Epitaffio e Punta del Castello che formavano il bacino detto lacus baianum, sul quale poi fu trattata un’apertura al centro che sfociava sull’attuale golfo di Pozzuoli.

Secondo logica, questa piccola baia avrebbe dato il nome alla località, ma la leggenda invece, narra che derivi da Bajos,  un compagno di Ulisse, che morì e fu sepolto in questa zona.

Punta Epitaffio
Punta Epitaffio

All’ingresso, su una lapide, è il grande poeta latino, Orazio, a raccontarci l’incanto del luogo, con queste parole : “Nullus in orbe sinus Baiis praelucet amoenis” (“Nulla al mondo splende più dell’ameno golfo di Baia”).

Parte delle Terme di Baia (vista dall'alto)
Parte delle Terme di Baia (vista dall’alto)

L’aspetto che però caratterizzava più di tutti questo luogo erano le sorgenti d’acqua termale, che sgorgavano da ogni punto: infatti, lo storico Tito Livio racconta che, un console romano, Cornelio, trascorse la sua convalescenza per una caduta da cavallo proprio con queste acque. Possiamo ben capire, quindi, perché i più ricchi e famosi personaggi dell’antica Roma preferirono questa zona per costruire le loro ville! Baia fu addirittura soprannominata “la piccola Roma”,  proprio perché divenne la residenza estiva degli imperatori romani.

Ottaviano Cesare Augusto, durante il suo governo ordinò all’architetto di aggregare tutte le ville in un grande complesso termale. Dopo Augusto, poi furono ingrandite da Nerone, Adriano, Antonino Pio, Alessandro Severo fino a costituire un’immensa città termale. Tutti gli spazi era dedicati al benessere del fisico ma anche della mente, quindi settori dedicati anche alla lettura e allo studio, tutto, secondo la famosa regola mens sana in corpore sano.

Il complesso termale diventò una vera e propria città, ragion per cui, ci limiteremo ad analizzare solo qualche spazio, come esempio, per capirne meglio la struttura e lo sfarzo.

Parte del Parco Archeologico Di Baia
Parte del Parco Archeologico Di Baia

Le Piccole Terme: un ambiente molto suggestivo e interessante, dedicato alla traspirazione del corpo con pavimento a “suspensurae” che in maniera del tutto uniforme permetteva le esalazioni di vapore caldo dal basso.

Sul soffitto, invece, un foro con funzione termodinamica, più semplicemente, quando lo si tappava, serviva a trattenere il vapore caldo,  quando invece si scopriva essendo l’aria calda molto più leggera di quella fredda, esso sgorgava velocemente. Di fronte a questo spazio, un’ampia terrazza dalla quale si poteva osservare un bellissimo panorama, e dove ancora oggi si vede il Parco Archeologico nel suo insieme.

Tempio di Mercurio
Tempio di Mercurio

Tempio di Mercurio: un vero e proprio frigidarium, quindi adibito a bagni freddi. Questo edificio era composto da sei nicchie, di cui quattro semicircolari, e la volta fu realizzata con grandi scaglie di tufo a forma di cuneo.

Ma adesso diamo uno sguardo al Tempio di Venere. Nel ‘500, nell’area di cui parliamo, venne ritrovata una statua di Venere, e da qui il nome: Tempio di Venere. Il monumento molto suggestivo, in origine, era una piscina, quindi faceva parte come gli altri del complesso termale.

Tempio di Venere
Tempio di Venere

La struttura si presenta a pianta circolare e interessanti sono le pareti interne in laterizio, che, con ogni probabilità, erano riccamente decorate e rivestite in lastre di marmo fino ai finestroni. All’esterno, invece, era caratterizzato da una copertura ad ombrello. Inoltre, intorno al tempio troviamo altri ambienti simili, gli archeologi infatti inseriscono il tempio in un più vasto settore, chiamato appunto : il Settore di Venere.

Oggi purtroppo quel che resta di tutto il complesso e del Tempio di Venere è solo la zona collinare, il resto è sprofondato a causa dei violenti bradisismi, sotto il livello del mare. Nonostante ciò, una magnifica immagine antica ci mostra come si presentava il tempio in quell’epoca.

Tempio di Venere e Castello di Baia (immagine antica)
Tempio di Venere e Castello di Baia (immagine antica)

Intanto, Federico De Roberto, scrittore italiano di fine 800, parlando di Baia, scrisse:

“Il 20 Maggio andammo soli, a Pozzuoli, a Baia…che cielo! Che mare!.. Conosci il boschetto che sta dietro al lago Lucrino, sulla via della Sibilla? Il terreno è in pendenza, si procede a caso, scostando i rami che ci sfiorano il viso. Attraverso le foglie filtra una luce verde fantastica, pare di nuotare in mezzo allo smeraldo fluido….”

Martina Napolitano

www.cir.campania.beniculturali.itwww.coopculture.itwww.antika.itwww.treccani.it.