Christian Dior (1905-1957) fu uno stilista che raggiunse l’apice del successo dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Dior fu uno dei maggiori responsabili del ritorno di Parigi come città tra le più importanti nel mondo della moda. In non molti anni di carriera, egli riuscì a segnare il fashion design, creando uno stile ancora fonte di ispirazione per gli stilisti di oggi.
Si affermò in un periodo storico in cui l’Europa e la Francia stavano risorgendo dalla guerra sia economicamente che psicologicamente. Christian Dior era intenzionato con i suoi abiti a ripristinare lo splendore dei capi di abbigliamento del passato.
Secondo Dior quei vestiti valorizzavano le donne rendendole il più femminili possibile. Egli trasse ispirazione dagli abiti del XIX secolo. Paradossalmente i media dell’epoca definirono questo suo stile New Look.
Ideò capi sfarzosi al limite del confort per chi li indossava, ripristinò il bustino ed i corsetti. Le femministe criticarono molto questa tipologia di abbigliamento. L’accusa principale fu quella di aver riportato le donne ad un ruolo decorativo e quasi subalterno.
I tessuti dello stilista erano sempre preziosi, raffinati e costosi.
Era amante dell’architettura, dell’arte, della botanica e soprattutto dei fiori, temi spesso ricorrenti nelle sue collezioni.
Christian Dior inventò uno stile improntato al romanticismo, spesso a discapito della comodità, della praticità e della funzionalità. In antitesi allo stile ed al pensiero di Coco Chanel che per questo lo criticò.
La necessità di un abbondante uso di tessuto per le sue creazioni diede nuovo impulso alle industrie tessili in ripresa dopo la guerra.
Inoltre fu il primo stilista ad associare sistematicamente alla sua linea di vestiti degli accessori, vendendo insieme anche profumi, scarpe, foulard e smalto per unghie.
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Gli inizi di Christian Dior
Christian Dior, figlio di un industriale, nacque in Francia a Granville il 21 Gennaio 1905. Successivamente si trasferì con i genitori ed i quattro fratelli a Parigi. Desiderava studiare architettura, passione che successivamente esprimerà con alcuni suoi abiti. I genitori però volevano diventasse un diplomatico, così li accontentò e frequentò l’École des Sciences Politiques ma non completò mai gli studi.
Nel 1928, grazie all’aiuto finanziario del padre, aprì una galleria d’arte che diventò una delle più importanti di Parigi.
Tra il 1930 e il 1932 morirono i genitori ed il fratello maggiore e l’impresa di famiglia ebbe un grave crollo finanziario. Per questo fu costretto a chiudere la galleria d’arte. Per mantenersi iniziò a vendere bozzetti e disegni di moda e nel 1935 diventò illustratore per la rivista Figaro. Grazie all’aiuto del suo amico Michel de Brunhoff, editore della rivista francese Vogue, tra il 1935 ed il 1938 Dior diventò illustratore di moda freelance per molti couturiers.
Nel 1938 diventò assistente disegnatore di Robert Piguet. Nel 1939 dovette sospendere questa attività a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Successivamente al periodo trascorso nell’esercito, Dior tornò a Parigi e iniziò a lavorare per Lucien Lelong, diventando il suo disegnatore primario.
La casa di moda di Christian Dior
Nel 1946 si accordò con il produttore di cotone Marcel Boussac, che finanziò l’apertura del suo primo atelier.
Nel 1947 Dior presentò la sua prima collezione che conteneva due linee una chiamata Linea a Corolla e l’altra En Huit. Queste presentavano rotondità nelle spalle, gonne lunghe a corolla a venti centimetri dal suolo, enfasi sulla vita stretta (vita da vespa) grazie ad un bustino, la sua famosa cosiddetta guêpières, di materiale pregiato.
Nello stesso anno produsse anche il suo primo profumo, Miss Dior. Fragranza moderna e sofisticata elaborata dal profumiere Paul Vacher in collaborazione con la sorella dello stilista.
Nel 1948 aprì a New York la sua prima boutique. Dal 1953 iniziò un piano di espansione del suo marchio con la distribuzione dei suoi prodotti in molte parti del mondo. L’anno seguente Dior aprì altre boutique a Parigi.
Nelle collezioni successive alla prima il suo stile rimase immutato. Ecco di seguito alcuni esempi. La linea verticale con gonne a tubo e braccia nude. La linea lunga con gonne strutturate per dare slancio al busto. La linea tulipano che valorizzava il seno. La linea H che uniformava la linea del corpo a quella del seno. La linea A che aveva le spalle strette e la vita larga e la linea a freccia che invece assottigliava la figura.
In parecchi suoi abiti si può notare il suo amore per la botanica e soprattutto per i fiori. In particolare Dior vedeva nei fiori una perfetta metafora per descrivere la bellezza e la delicatezza delle donne. Non a caso la sua prima collezione si ispirò alla corolla dei fiori. L’amore per l’arte e l’architettura è riscontrabile nelle sue creazioni, spesso somiglianti a sculture e costruzioni.
La progettazione dei suoi abiti
Le sue creazioni cominciavano con la scelta del tessuto e la consulenza con le sue tre muse: Mitza Bricard, Raymonde Zehnacker e Marguerite Carré. Lo stilista non era molto interessato al colore o alla consistenza del tessuto, egli realizzava ogni vestito direttamente sulla modella.
Una collezione poteva prevedere 175 abiti e cappotti in abbinamento. Per prima cosa Dior realizzava piccoli schizzi dei modelli, modificando ed espandendo poi quelli che gli piacevano. Carré portava gli schizzi alle sarte per essere trasformati in feltri di mussola (capi di prova).
Anche i pezzi apparentemente non adatti alle sue creazioni presentavano strati di imbottitura e l’uso del corsetto per ottenere la desiderata vita da vespa. Dior si sedeva con un bastone dalla punta d’oro e discuteva le tele, assegnava ai disegni selezionati il tessuto e sceglieva quale modella dovesse indossare quel vestito.
La sua morte ed il destino della maison Dior
Il 24 Ottobre 1957 morì per un attacco di cuore a soli 52 anni a Montecatini Terme in Italia, dove si trovava con amici, da solo nella sua camera d’albergo.
Nonostante i soli dieci anni dall’apertura della sua maison il suo marchio e le sue boutiques erano sparse in tutto il mondo. La sua improvvisa scomparsa dissestò l’equilibrio della casa di moda. Il successore di Christian Dior fu l’allora solo ventunenne assistente al disegno dello stilista ovvero Yves Saint Laurent.
Quest’ultimo nonostante le perplessità dell’amministrazione meravigliò per la sua bravura ed il successo che ebbe. Quando Yves Saint Laurent smise di lavorare per la casa di moda Dior questa passò di mano in mano ad altri stilisti.
Giulia Cesarini Argiroffo
Bibliografia
Noël Palomo-Lovinski (2010), The world’s most influential Fashion Designes. Hidden connections and lasting legacies of fashion’s iconic creators, London, A&B Black.
Henny Harald Hansen (1988), Storia del costume, Alessandria, Marinetti.
Fonte immagini
http://www.fifties.altervista.org/fashion/stilisti/dior/
https://www.pinterest.it/pin/700520917014182273/
https://www.dior.com/diormag/it_it/article/12-febbraio-1947-–-12-febbraio-2017-miss-dior