Nell’immaginario collettivo, il nome di San Colombano viene spesso associato o al monastero di Bobbio, da lui fondato nel 612, o all’Irlanda, sua terra natia. Pochi sanno, però, che le notizie che abbiamo sulla sua vita le dobbiamo soprattutto alla sua biografia, scritta nel VII sec. da Giona, un monaco di Bobbio. Per la sua raffinatezza stilistica e la sua elaboratezza, la Vita di Colombano si colloca, a ragione, tra i più importanti esempi di letteratura agiografica irlandese.
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Il genere agiografico in Irlanda
Già a partire dal IV secolo l’Irlanda aveva conosciuto il Cristianesimo, grazie all’opera di evangelizzazione promossa da Patrizio. Quest’ultimo, infatti, è considerato non solo il “padre” del Cristianesimo irlandese, ma anche il primo vero e proprio letterato dell’isola. Con lui si era diffusa, di fatto, anche la lingua latina e la sua letteratura. Nonostante ciò, però, il latino continuò ad essere considerato in Irlanda come una lingua straniera. Pertanto, veniva parlata da poche persone e, in particolar modo, da monaci. Ed è proprio in ambiente ecclesiastico che furono prodotte le principali opere letterarie dell’isola.
In particolare, ai monaci irlandesi piaceva particolarmente raccogliere notizie sulle vite dei propri santi. Queste venivano, poi, riproposte sottoforma di scritti, che erano tanto eleganti nello stile quanto ricchi di particolari nel contenuto. Pertanto, in Irlanda la letteratura agiografica è caratterizzata da una cospicua quantità di biografie.
Al di là degli aspetti biografici personali di ciascun santo, l’agiografia irlandesi presenta due elementi caratterizzanti. Il primo è l’intento encomiastico, spesso unito a racconti miracolistici. Il secondo, invece, è la valorizzazione ed esaltazione dei monasteri. Quest’ultimo aspetto è rilevante, perché erano, di fatto, i monaci a scrivere le biografie dei santi e spesso legavano la storia del proprio monastero a quella di un santo in particolare. In questo modo, il monastero ne guadagnava in prestigio e, conseguentemente, vi era la richiesta di agevolazioni fiscali.
Giona e la Vita di Colombano
Oltre a Patrizio, anche Colombano occupa un ruolo importante nell’agiografia dell’Irlanda. E, come abbiamo già detto in apertura, la sua vita ci è nota grazie alla biografia scritta da Giona, alla fine del VII secolo. Di quest’autore sappiamo solo che era un monaco di Bobbio e che, pur non essendo nato in Irlanda, la sua formazione culturale aveva risentito dell’influenza irlandese, data probabilmente proprio dal monastero in cui
viveva. Della sua opera apprezziamo, infatti, lo stile raffinato e la
cultura, che in materia di letteratura classica (grazie alle citazioni di Tito
Livio).
A differenza di altre biografie, che spesso presentavano episodi o aneddoti un po’ esasperati, la Vita di Colombano mantiene un suo rigore. Infatti, nella sua opera Giona evitò di dar seguito a eventi di cui non poteva accertare la veridicità, preferendo soffermarsi sulle notizie attendibili. A tal proposito, l’opera si apre con un riferimento alle fonti utilizzate e si tratta, nella maggior parte dei casi, dei discepoli di Colombano.
Questi, difatti, era nato nella prima metà del VI secolo ed era venuto a mancare nel 615, trascorrendo gli ultimi anni della sua vita in Italia. Quindi, la biografia scritta da Giona si collocava non molto lontano dagli eventi
narrati e ciò gli permise di poter raccogliere materiale ancora “fresco”.
In particolare, la Vita di Colombano si sofferma sugli anni che trascorse in Gallia, dove nel 591 fondò il monastero di Luxeuil, e in Italia, dove fondò il monastero di Bobbio nel 612. Al contrario, vi sono pochi riferimenti alle origini irlandesi del santo. Ciò dipende, probabilmente, dal fatto che Giona riteneva esagerate o favolistiche le notizie in merito. Grande attenzione è, invece, dedicata ai miracoli compiuti da Colombano e, soprattutto, allo
scontro con Brunechilde e suo nipote Teodorico II, re dei Merovingi.
Vita di Colombano: gli eventi in Gallia
Durante il suo periodo in Gallia, il santo ebbe numerosi alterchi con Brunechilde e la sua famiglia. In particolare, Colombano non condivideva lo stile di vita di Teodorico. Prima rifiutò di battezzare i figli che l’altro aveva avuto in maniera illegittima, poi rifiutò di incontrarlo nella sua dimora. Questo atteggiamento fece indispettire molto sia Teodorico, sia sua nonna Brunechilde. Fu proprio quest’ultima a disporre il suo allontanamento, costringendolo, infine, a doversi fermare in Italia.
Secondo alcuni studiosi, la descrizione che Giona fece di quegli eventi non è del tutto onesta. Si ha, infatti, l’impressione che egli abbia voluto enfatizzare eccessivamente la santità di Colombano a dispetto della
dissolutezza della famiglia di Teodorico. Inoltre, si sofferma in maniera
fin troppo dettagliata su uno dei tanti eventi che costellarono la vita del
santo.
Si trattò di un evento che svolse un ruolo importante, condizionando la seconda parte della vita di Colombano. Certamente, Giona avrebbe potuto
optare per una descrizione più breve e per toni più pacati. A tal proposito, però, non va dimenticato che l’agiografia aveva il preciso compito di di evidenziare la rettitudine morale del santo, proponendo la
sua vita come exemplum. In questo, la Vita di Colombano non fa
eccezione!
Conclusioni
Giunti a questo punto, si può affermare che la Vita di Colombano presenti un giusto intreccio di caratteri “tradizionali” dell’agiografia irlandese e elementi caratteristici propri dello stile di Giona. La vita del santo è descritta in maniera dettagliata e, nonostante qualche nota di colore, cerca di rispecchiare la veridicità o, quanto meno, l’attendibilità delle notizie riportate. Manca, tuttavia, un riferimento all’aspetto più intimo e spirituale della figura di Colombano. Questo lo si può trovare nei suoi scritti, che completano e arricchiscono la narrazione di Giona.
Elisa Manzo
Bibliografia
• S. Prete, La “Vita S. Columbani” di Ionas e il suo prologo, in «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», 1968, pp. 94-111.
• H.B. Clarke – M. Brennan (a cura di), Columbanus and Merovingian Monasticism, Oxford 1981;
• H. Mytum, The Origins of Early Christian Ireland, London-New York 1992;
• A. O’ Hara, Death and the Afterlife in Jonas of Bobbio’s Vita Columbani, in «Studies in Church History», vol. 45, 2009, pp. 64-73.
Fonti media
L’immagine di Brunechilde è tratta da “Grandes Chroniques de France”, BNF, Fr2610, f31r.