Il Regime del Terrore fu una stagione politica della Francia Rivoluzionaria (10 luglio 1793 – 27 luglio 1794).
In questa fase, i rivoluzionari che qualche anno prima avevano sostenuto i principi di libertà, di uguaglianza e fraternità, li sospesero per far fronte alle minacce che assediavano la Repubblica.
Ma il Regime del Terrore non fu solo violenza e ghigliottina, ma anche un momento di elaborazione della forma più democratica dei primi esperimenti repubblicani francesi.
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Quali furono le premesse del Regime del Terrore?
Le premesse del Regime del Terrore si registrono nel momento in cui fu instaurata la Prima Repubblica Francese (22 settembre 1792).
Le continue ambiguità di Luigi XVI, propenso a sfruttare la guerra contro l’Austria per la restaurazione dell’Ancien Régime, vennero viste dai rivoluzionari come una minaccia alle conquiste libertarie fin lì fatte. Con le insurrezioni del 9 e 10 agosto, i giacobini e i sanculotti decisero di rovesciare la monarchia.
Questa insurrezione comportò la sospensione dell’Assemblea Legislativa – formata secondo i criteri della costituzione del 1791 – e l’instaurazione di una Convezione Nazionale, ovvero una costituente eletta a suffragio universale. Inoltre, un Consiglio Esecutivo Nazionale (dipendente dalla Convezione) assunse le funzioni governative.
Gli schieramenti politici presenti nella costituente, oltre ai sanculotti e i giacobini (fazioni che rappresentavano le ali più radicali del movimento rivoluzionario), includevano un folto gruppo rappresentante i ceti borghesi e più moderati: La Gironda.
Ben presto, la Convezione Nazionale si animò dello scontro politico tra le fazioni più radicali e quelle più moderate, ovvero tra Giacobini e Girondini. Ciò che le univa era il desiderio di lottare insieme contro i nemici della rivoluzione, che erano l’Austria e i suoi alleati. Ma il terreno su cui si iniziarono a registrare le tensioni tra Giacobini e Girondini riguardava la politica interna.
I primi, guidati da Robespierre e Saint–Juste, sostenevano la necessità di rendere quanto più democratica la repubblica, ampliando le modalità di partecipazione diretta del popolo ai processi decisionali e politici. Inoltre, loro immaginavano il popolo come un corpo sociale unico, sostenendo – al grido di “Francia una e indivisibile” – un forte accentramento amministrativo.
I Girondini, guidati da Jacques Pierre Brissot e dal Marchese Condorcet, invece proponevano una visione alternativa di democrazia rivoluzionaria. Ovvero, proponevano di edificare la Repubblica su un sistema federale, capace di dare spazio all’autonomia locale, e su una minor invasività dello Stato nella sfera privata.
Quale impatto ebbe il processo del Re su Giacboni e Girondini?
Il processo al Re Luigi XVI ebbe un forte impatto sullo scontro tra Giacobini e Girondini. Il processo, tenuto dalla Convenzione e che il 17 gennaio del 1793 condannò a morte Luigi, mostrò la spaccatura profonda tra i due schieramenti.
I primi sostenevano una condanna piena dell’ormai Luigi Capeto, in nome dell’esecuzione di una giustizia rivoluzionaria. I secondi, per evitare lo scatenarsi dell’estremismo di piazza, facendo leva sui concetti di legalità e giustizia formale, escludevano la condanna capitale.
Ma questo processo, fu solo il primo di tanti eseguiti in nome della “Giustizia Rivoluzionaria”. I Giacobini, in nome di essa e della salvezza della Repubblica, riuscirono a imporre norme più severe. In questo senso, l’istituzione del Tribunale Rivoluzionario rappresenta un salto di qualità (10 marzo 1793).
Come prende forma il Regime del Terrore?
Il primo passaggio per la formalizzazione del Regime del Terrore fu l’istituzione del Tribunale Rivoluzionario.
La Francia Rivoluzionaria, oltre a fronteggiare un nemico esterno, dovette combattere contro quelli interni: nello stesso periodo scoppiò la rivolta della Vandea. Ad essa si aggiunse il possibile sfaldamento dell’esercito: il 4 aprile 1793 il generale girondino Doumuriez passò all’Austria.
Questa situazione di tensioni interne spinse i Giacobini a rafforzare il fragile ordinamento repubblicano con delle misure radicali. Il Tribunale Rivoluzionario, che agiva al di là della normale legalità, aveva il compito di processare qualsiasi cittadino sospetto di “contro-rivoluzionarismo”.
I sospettati, che molto spesso venivano incarcerati per delazione, non ricevevano un processo equo e contemporaneamente non avevano il diritto ad un appello. Quindi, in ultima analisi, si tratta dell’applicazione di una giustizia sommaria, poco razionale, ed eseguita solo per introdurre un forte disciplinamento sociale.
In sede storiografica, il conteggio delle vittime del Tribunale Rivoluzionario è molto discusso. Il Terrore, secondo Donald Greer, mandò alla ghigliottina quasi 17.000 cittadini. Ad essi, si aggiunsero coloro che morirono durante la repressione dei moti di Lione e di Tolone (portando il totale a 35.000).
Una somma questa, che non tiene conto dei morti della Vandea, calcolati dalla storiografia contemporanea tra i 150.000 e i 300.000.
Quale funzione svolse il Comitato di Salute Pubblica?
Il Comitato di Salute Pubblica svolse una funzione fondamentale nell’affermazione del Regime del Terrore.
Il 6 aprile 1793 i Giacobini, per risolvere i problemi interni, fecero passare alla Convezione la formazione di questo nuovo organismo. Il Comitato assunse funzioni direttive nel campo dell’ordine pubblico, degli affari esteri e dell’economia e finanze.
Inoltre, il Comitato si proponeva di salvare la Repubblica dai suoi mali: l’aumento del carovita, le rivolte realiste e vandeane, la sfiducia nell’esercito e i conflitti costanti tra Girondini e Giacobini.
Infatti, in un primo momento anche i Girondini parteciparono ad esso, sostenendo una linea pacifista con la Coalizione Europea – nel frattempo la guerra tra Austria e Francia si era allargata ad altri paesi – e di conciliazione all’interno. Interprete di questa politica fu il leader dei sanculotti, Georges Jacques Danton.
Ben presto questa linea politica venne messa in discussione. A causa dell’aggravarsi della situazione politica interna e delle sconfitte militari, i Giacobini allontanarono il partito di Brissot e Condorcet dal Comitato. Quest’utlimo perdette le sue caratteristiche collegiali, diventando un esclusivo strumento di potere. Questo salto di qualità avvenne ai primi di giugno del ’93, a seguito della caduta della Gironda.
Difatti, i sanculotti e i giacobini accusarono quest’ultima di essere lo strumento della reazione aristocratica e della Coalizione. Secondo Robespierre, coloro che sostenevano la pace con i nemici dovevano essere considerati “avversari della Rivoluzione”. Ma la leva che i giacobini usarono per conquistare il potere fu il risentimento popolare causato dalla fame e dal carovita.
I giacobini, tramite la riforma – avvenuta nel luglio del 1793 – del Comitato di Salute Pubblica, accentuarono i caratteri eccezionali della pratica di governo. Oltre alla sospensione delle regolari libertà, il partito di Robespierre promosse una forte centralizzazione, che mise fine ad ogni progetto di autonomia locale.
Quali furono i risvolti positivi del Regime del Terrore?
Il Regime del Terrore, oltre gli aspetti autoritari e violenti, mostrò anche dei risvolti positivi.
Questi sono visibili, per esempio, con la “Costituzione dell’Anno I“. Approvata il 24 giugno del 1793, essa garantiva una più diretta partecipazione degli strati popolari alla politica. Ciò avveniva con l’introduzione del suffragio universale e del referendum. Quest’ultimo permetteva ai cittadini di esercitare un diritto di sindacato sull’operato del Parlamento.
Sempre in merito alla costituzione, la nuova dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino faceva cenno a dei principi di democrazia sociale. Su quest’ultima Robespierre fece più volte riferimento, affermando “la necessità di aumentare i legami di solidarietà tra i cittadini, in vista della concreta applicazione dei principi rivoluzionari”.
Ovviamente, queste innovazioni non ebbero applicazione, dato che la Costituzione venne sospesa a causa del Terrore. Ma, per esempio, durante tutto il periodo del Regime del Terrore, il carovita fu alleviato con il calmiere. Questo provvedimento, che segnava un chiaro intervento statale nell’economia, serviva sopratutto a mantenere bassi il costo dei beni di prima necessità.
Il Regime del Terrore, poi, produsse concreti risvolti positivi nell’ambito militare. Il Governo autoritario dei Giacobini consentì alla Francia Rivoluzionaria di assistere ai trionfi sulla Vandea e sulla Coalizione.
Sul fronte interno, la rivolta della Vandea venne repressa nel sangue e contenuta in un anno dall’istituzione del Comitato. Nell’ottobre del 1793, dopo alcuni mesi di guerra civile, i commissari inviati dal Comitato riuscirono a ristabilire l’ordine nelle province.
Questo comportò l’uccisione dei rivoltosi vandeani, considerati estranei ai principi di legalità e uguaglianza previsti dalla Costituzione. Affermava Saint-Juste che “era necessario sospendere la Costituzione, per evitare che la Repubblica perisse a causa delle sue libertà”.
Sul fronte esterno, con la riorganizzazione dell’esercito e l’epurazione dei suoi membri meno affidabili, nel 26 giugno 1794 il Comitato di Salute Pubblica riuscì a conseguire un’importante vittoria a Jourdan (Belgio). Questa vittoria sulla Coalizione permise alla Francia di occupare il Belgio e proteggersi dall’occupazione straniera.
Quando avvenne la fine del Terrore?
Il 27 luglio 1794 avvenne la fine del Terrore e del regime autoritario dei Giacobini.
I dissensi, che si accumularono nella Convenzione e portarono alla caduta di Robespierre e dei Giacobini, nacquero dall’autoritarismo di questi ultimi. Infatti, i Giacobini nella loro azione governativa non distinguevano tra i nemici della Rivoluzione e gli avversari politici.
Questa mancanza comportò la formazione di un nuovo concetto di cittadinanza (e delle tutele ad esso annesse). I cittadini, per Saint–Juste, erano coloro che supportavano la linea stabilita dal Comitato. Dunque, chi si oppenva era out. Molto spesso i Giacobini usavano gli strumenti del Terrore – arresti senza preavviso, processi iniqui e ghigliottina – per colpire gli avversari politici.
Vittime eccellenti di questo sistema di potere furono: Jacques Pierre Brissot, Jacques-René Hebert, Georges Jacques Danton. Questi erano i capi di diverse fazioni politiche, alternative ai giacobini (rispettivamente: girondini, hebertisti e sanculotti).
Il punto di svolta, che portò alla fine del Regime del Terrore, è segnato da due eventi del giugno del 1794: Il Grande Terrore e la vittoria di Jourdan.
Il Grande Terrore consistette nell’emanazione di 1280 condanne a morte da parte dei Giacobini. Esse colpivano molti esponenti politici della Convenzione. La Vittoria di Jourdan (26 giugno 1794) permise alla Francia di creare un argine all’invasione straniera.
La Convenzione, forte della stabilità restaurata con la vittoria di Jourdan ed estenuata dai feroci attacchi di Robespierre, decise di mettere fine al Terrore. Il 27 luglio 1794, con un colpo di stato, la Convenzione sospese le funzioni di Robespierre e dei giacobini e li mandò alla ghigliottina.
Allo stesso tempo, la Convenzione Termidoriana avviò una nuova fase della Francia Rivoluzionaria, conosciuta come ‘Epoca del Direttorio’.
Niccolò Maria Ricci
Bibliografia:
- A. Mathiez e G. Lefebvre, La Rivoluzione francese, 1960.
- Donald Greer, Incidence of the Terror. A statiscal interpretation, 1935.
- Albert Sobul, Storia della Rivoluzione francese, Rizzoli, Milano, 1997.
- Marco Meriggi e Leonida Tedoldi (a cura di), Storia delle istituzioni politiche. Dall’antico regime all’era globale., Carocci editore, 2014.