430 a.C. – Antica Grecia
La civiltà greca è considerata la “culla” della civiltà occidentale, ossia la cultura da cui si è originato il nostro modo di pensare. In diversi periodi storici l’arte occidentale si è rifatta agli ideali di perfezione greci mentre la letteratura di continuo si è ispirata alle grandi opere classiche dei tragediografi greci oltre che del mitico Omero.
L’Atene di Pericle: lo splendore della Grecia
L’Atene del tempo di Pericle, il principale politico ateniese tra 461 e 429 a.C., rappresentò il massimo dello splendore della civiltà greca antica.
I più grandi artisti, scrittori e filosofi greci dimoravano ad Atene sotto la protezione di Pericle: grandi uomini come Socrate, Fidia ed Anassagora. L’inizio della guerra del Peloponneso e la morte di Pericle, dovuta all’epidemia di peste che imperversò ad Atene, segnò l’inizio della fine.
Il Teatro Greco
Il Teatro greco rappresentava un luogo pubblico a cui potevano accedere tutti i cittadini della polis, la città-stato dell’antica Grecia. I commediografi e gli autori tragici mettevano in scena, attraverso le storie del mito, temi di interesse per i cittadini, come ad esempio il conflitto tra legge e morale.
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La lirica greca
La poesia greca antica, incentrata sui sentimenti del poeta o composta per occasioni pubbliche, era accompagnata dal suono di strumenti musicali a corda come la lira. Tra le pagine più belle della letteratura di sempre vi sono i versi d’amore della poetessa Saffo.
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La nascita della Storia
Così come la Filosofia, anche la Storia nacque nel mondo greco. Non che non fossero state scritte opere che parlassero del passato in altre parti del mondo, ma fu in Grecia che si elaborò la bozza del metodo storico, ossia la narrazione di fatti, basata sull’osservazione, incentrata sull’agire umano e fatta con la finalità di ricordare le imprese dei grandi uomini.
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L’età dei filosofi
Il periodo antico vide la nascita della “Filosofia”, ossia un modo per dare risposta alle domande che si poneva l’uomo senza coinvolgere la religione o il mito.
La Grecia è considerata la “culla” della Filosofia occidentale, ossia di quella tradizione che ha influenzato e influenza ancora oggi il pensiero dell’Occidente.
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Il Simposio
“Dobbiamo trovare qualcuno con cui mangiare e bere prima di cercare qualcosa da mangiare e da bere, perché mangiare da solo significa fare la vita di un leone o di un lupo.” Epicuro
Presso la civiltà greca la condivisione del pasto assume un’importanza antropologica, dal momento che rende sacra l’appartenenza dei commensali alla medesima cerchia di valori, consuetudini, ideali. La ripetizione del rito in svariate circostanze (feste, nozze, funerali) contribuisce al mantenimento del legame.
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Come era vista l’omosessualità nell’Antica Grecia?
Spesso sentiamo dire che l’omosessualità nell’Antica Grecia era considerata assolutamente normale. Tuttavia dobbiamo stare in guardia dalle eccessive attualizzazioni e attenerci alle notizie che abbiamo sulla realtà storica greca. L’omosessualità nell’Antica Grecia, infatti, non era considerata un’alternativa all’eterosessualità, ma era ammessa in determinate fasi della vita e in determinati contesti sociali e rituali.
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L’Acropoli di Atene
La forma classica, che possiamo vedere ancora oggi, fu data all’acropoli da Pericle. Il celebre politico ateniese, infatti, attivo durante il periodo d’oro di Atene, promosse un decreto che destinava alla ristrutturazione dell’acropoli parte dei tributi provenienti dagli alleati della Lega delio-attica. Di fatto, questa Lega era un’alleanza tra varie città della Grecia coordinate da Atene, che si trasformò ben presto in uno strumento di supremazia e di sfruttamento da parte della città attica per fronteggiare la crescente potenza di Sparta.
I lavori durarono all’incirca dal 447 a.C. al 405 a.C., e furono coordinati da diverse personalità importanti, tra cui il celebre scultore Fidia. Il primo edificio a essere ricostruito fu il Partenone, su supervisione appunto di Fidia, che viene affiancato da due architetti: Ictino e Callicrate. Il restauro in particolare iniziò nel 447 a.C., per finire nel 438 a.C. L’edificio non era strettamente legato alla celebrazione dei culti (l’altare della dea Atena si trovava all’esterno), ma era di fatto un tempio tesoro.
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La società di Sparta
Il sistema educativo di Sparta è uno dei più sorprendenti. Nel corso del tempo, Sparta si sofferma sull’esercizio militare, assumendo i caratteri di una “polis militaristica”. I giovani spartani già dall’infanzia (verso i sette anni circa) erano impegnati in un percorso di formazione militare. La loro preparazione non interessa solo il piano militare ma anche quello mentale. Dei soldati spartani si sottolinea la loro capacità di “freddezza” anche di fronte al dolore. Ciò diventa un segno di professionalità dell’esercito spartano, che deve però fare i conti con una scarsezza numerica.
Un ruolo centrale lo assume la società spartana. In effetti si interessa personalmente del percorso di formazione dei giovani, rendendo marginale anche il ruolo della famiglia. L’esito di questo processo comporta l’entrata del giovane spartano con lo status di adulto nella società spartana.
Il principale aspetto di Sparta, che le fa da denominatore comune in tutti i momenti storici, è la sua completa dedizione alla sfera militare. Questa particolarità la rende forse lontana dal mondo culturale (tipico invece di Atene), che però le conferisce un’aurea di invincibilità che spesso basta per incutere terrore nei nemici.