2550 a.C. – Antico Egitto
L’Antico Egitto è tra le culture più antiche della storia umana. Immediatamente associato alle Piramidi, la civiltà egizia è durata millenni, per poi essere inglobata nel mondo ellenistico, ossia nella cultura greca. Ma figure come il faraone e i geroglifici sono al centro di continue opere cinematografiche, videoludiche e letterarie.
Giza: il luogo delle Piramidi
Le Piramidi sono il simbolo della civiltà dell’antico Egitto. Al
contempo strumento di potere e tomba magnifica dei faraoni egizi, i
sovrani dell’antico Egitto che godevano della considerazione di divinità
in terra dai loro sudditi.
Al tempo di Ṣôśer (circa il 2700 a. C.) l’architetto incaricato di erigere la sepoltura reale a Saqqārah (non lungi dall’antica Menfi), invece di limitarsi a costruire una semplice mastaba, ebbe l’idea fastosa di sovrapporne sei, per 60 metri di altezza, che andavano restringendosi e impiccolendosi lievemente. È la cosiddetta “piramide a scaglioni“, la quale, come venne giustamente rilevato meglio si designerebbe “mastaba a scaglioni”.
Piacque e fu di moda per un po’; poi, una sessantina di anni dopo, sotto Śenfôre, per la prima volta gl’immensi gradini vennero riempiti e rivestiti di pietra, ottenendo quattro facce lisce, triangolari, inclinate e toccantesi al vertice. Questa è la piramide di Dahshūr (a sud di Saqqārah), larga 213 metri, alta 99. A suo figlio Cheope (v.) spetta la maggiore delle tre presso al-Gīzah, o Giza (dirimpetto al Cairo Vecchio, a circa 8 km. dalla riva sinistra del Nilo), una delle meraviglie del mondo.
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I gioielli egizi
I gioielli egizi nell’antichità si espressero fin dagli inizi con forme e ritmi molto particolari. Se nella fase più antica hanno avuto forti influssi mesopotamici, in seguito si risolsero con caratteri assolutamente propri, legati ai fasti dinastici, ai simboli ed alle credenze religiose e taumaturgiche egizie.
Il lungo succedersi delle dinastie attraverso i secoli favorì nell’Antico Egitto il consolidarsi di forme eloquenti che in ogni campo dell’arte avevano aspetti sontuosi e spettacolari prima d’allora mai realizzati. Nell’ambito delle corti faraoniche, la figura deificata del sovrano veniva circondata da un cerimoniale la cui cornice di strumenti fastosi implicava profusioni di gioielli, in uno scenario di soggiogante splendore.
I faraoni, i loro familiari di entrambi i sessi, i sacerdoti e gli alti funzionari della cerchia della corte formavano il ristretto ambiente di diffusione dell’arte orafa. Gli egiziani conobbero prima l’argento chiamato “oro bianco” e poi l’oro, che era considerato il metallo del sole, astro che rappresentava soprattutto la deità principale Aton.
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La Religione egizia
Nella religione egizia si riscontrano caratteri politeisti e zoomorfi. Religione egizia. Si adoravano dèi-animali e questi animali venivano resi sacri per la loro funzione, basti pensare al coccodrillo, che segnalava l’approssimarsi di piene del Nilo, oppure allo sciacallo, che allontanava le carogne.
Addirittura si sono trovati animali mummificati nella speranza che gli stessi potessero inviare qualche possibile messaggio alle divinità.
Clicca qui sotto per leggere alcuni dei nostri articoli al riguardo:
* Religione egizia: le principali caratteristiche
* Ogdoade: le otto divinità primordiali egiziane
* Iside ed Osiride: il racconto del mito egizio
Lo Scarabeo
Presso gli antichi Egizi, lo scarabeo era concepito come un insetto sacro, simbolo e metafora di vita, creatività, virilità e rinnovamento. In esso era racchiuso il movimento solare, il continuo passaggio del Sole da est a ovest in un andamento auto-rigenerativo. Portafortuna ed elemento magico, veniva raffigurato in molti contesti e riscontrato nella manifattura di svariati amuleti.
Lo scarabeo aveva una forte valenza religiosa e, per questo motivo, collocato sulle porte dei templi in segno di protezione, o anche impiegato in riti di sepoltura per difendere dal male e dalle forze negative l’anima del defunto.
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La Fenice
La creatura della vita viene celebrata dal racconto più famoso delle “storie” di Erodoto. Si legge, infatti, che la Fenice è descritta come un’entità di almeno cinquecento anni, che muore poi bruciata e rinascere dalle sue ceneri, in cima al sacro albero nel tempio di Eliopolis in Egitto. L’antica Terra dei Faraoni la dipingeva con la corona Atef, disco solare: rappresentava il simbolo del sole e del dio Osiride, la rinascita, appunto.