Portale:1155 – Età dei Castelli e dei Cavalieri

1155 – Età dei Castelli

Gli elementi più caratteristici del Medioevo sono senz’altro i castelli e i cavalieri: a distanza di secolo sono al centro di giochi di ruolo di stampo fantasy, di film e videogiochi, continuando ad affascinare uomini di ogni età. I Castelli sono tipici del cosiddetto “Pieno Medioevo“, chiamato anche Medioevo Centrale o Medioevo Classico, quell’epoca che va all’incirca dal X al XIII secolo e che corrisponde alla parte centrale del Medioevo e che spesso viene inclusa nel Basso Medioevo. Dopo il crollo dell’Impero di Carlo Magno, la mancanza di sicurezza portò nobili di seconda fascia a costruire castelli per difendersi dalle invasioni esterne. A reggere questo sistema c’erano i cavalieri, non a caso al centro della letteratura del periodo: combattimenti tra cavalieri caratterizzati dagli ideali di lealtà, coraggio e cortesia sono al centro di storie, come quelle leggendarie legate a re Artù e al Santo Graal, note a tutti.

Castel dell'ovo

aachen-cathedral

Aquisgrana: la capitale di Carlo Magno

Il concetto di capitale non è facilmente applicabile al Sacro Romano Impero, ossia l’Impero fondato da Carlo Magno e che durerà, tra varie rifondazioni, oltre 1000 anni. Carlo Magno si spostava di continuo lungo il territorio del suo Impero, ma c’era una città in cui si sostava più di frequente: era Aquisgrana, oggi Aachen, in Germania. Ancora oggi la città ospita sia il Trono sia la Tomba di Carlo Magno.

Castello dei Cavalieri di Rodi (Lindos)

I Castelli: il Medioevo che continua a vivere

Perché il Medioevo continua ad essere così presente nell’immaginario collettivo? Castelli e Cavalieri, per motivi diversi, continuano a influenzare la nostra mentalità.

La grande differenza tra il Medioevo e l’età classica, ossia il tempo di Roma e Grecia antica, dal punto di vista architettonico, è che gli edifici medievali sono ancora utilizzati: castelli, cattedrali, piccole chiese sono ancora vissute giorno per giorno e quindi continuano a far parte della nostra quotidianità, a differenza di ciò che è rimasto del mondo greco-romano che consiste perlopiù in rovine visitate da turisti.

Inoltre la vita di molti borghi d’origine medievale continua a girare intorno al castello, tra feste e tradizioni che vivono ancora nel nostro paese.

Articoli correlati:[ I nostri articoli sui castelli]

La letteratura cavalleresca: le canzoni che celebrano le gesta dei cavalieri

Dove venivano espressi i valori della società medievale? Se tantissimi testi mostravano il punto di vista della Chiesa, una proficua produzione laica è quella che si vede in Francia: è qui che sono messi al centro l’amore cortese e le imprese dei grandi cavalieri, spesso inventati o comunque mitizzati, come i Cavalieri della Tavola Rotonda guidati da Re Artù o i Paladini di Carlo Magno.

Comunque fortemente influenzati dal messaggio cristiano, come emerge dalla centralità della ricerca del Sacro Graal, le canzoni di gesta, ossia quelle opere accompagnate da musica che esaltavano, appunto, le gesta dei cavalieri, avevano al centro anche storie d’amore che deviavano dall’ideale cristiano, come nel caso di Lancillotto e Ginevra.

Furono messi l’accento sulla liberalità, sulla ricerca della gloria, sul disprezzo del riposo, della sofferenza e della morte. I compiti del cavaliere devono essere conformi al messaggio cristiano: difendere la Chiesa contro i pagani, proteggere le vedove, gli orfani, i poveri, combattere i malvagi. La Chiesa romana legittimava così l’ordine cavalleresco attraverso l’attribuzione di un compito ideale.

L’eroismo cavalleresco in Spagna è rappresentato invece dalla figura del Cid Campeador. Rodrigo Díaz conte di Bivar fu una figura centrale nella grande Reconquista spagnola.Egli fu celebrato nel Poema del Mio Cid, opera anonima del 1140.

Articoli correlati: [I nostri articoli sulla letteratura cavalleresca ]

La società feudale: cavalieri, sacerdoti e lavoratori

Quaggiù, alcuni pregano (orant), altri combattono (pugnant), altri ancora lavorano (laborant); le tre componenti coesistono e non sopportano di essere divise. Così sull’ufficio dell’una poggia l’opera delle altre due, ciascuna a sua volta recando sollievo a tutte le altre.

Questo è il modo in cui Adalberone di Laon, vescovo di Laon e figura controversa della Francia tra la fine del X e gli inizi dell’XI secolo, descrive la società del suo tempo. Oltre ai cavalieri, la società medievale si basava sui sacerdoti e i lavoratori, ossia gli agricoltori in prima istanza.

Spesso si sono lette queste righe come una descrizione fedele della realtà, ma era più che altro un modo per delineare una situazione ideale: Adalberone era un uomo di chiesa e immaginava che la società fosse tripartita come Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo. In realtà la società medievale era molto più viva, fatta, ad esempio, anche di commercianti.

[ Clicca qui per leggere di più sulla società tripartita medievale ]

Giovanna d'Arco

Giovanna d’Arco: la patriota di Francia

Giovanna d’Arco, la “Pulzella d’Orléans”: analfabeta, giovanissima, scese in guerra a sostenere il re di Francia nella parte finale della cosiddetta “Guerra dei Cent’Anni”, una lunghissima guerra che vide affrontarsi Francia e Inghilterra.

Nel pieno della guerra dei Cent’anni gli inglesi avevano conquistato buona parte del territorio francese, la Borgogna aveva tradito passando dalla parte del nemico, il Delfino Carlo governava con scarso entusiasmo e le milizie erano di animo debole.

Fu in questo scenario che ebbe origine il mito della contadina di Domrémy che in soli tre mesi capovolse l’ormai ovvio esito della guerra trasformando il candidato perdente nel vero re di Francia.

Giovanna a 13 anni inizia ad udire per la prima volta le “voci“. Queste la esortarono a recarsi dall’inetto Carlo per convincerlo che lei era mandata da Dio a vincere la guerra. Dopo esser stata esaminata attentamente, aver verificato la sua verginità e dopo aver parlato a lungo della sua missione e dei suoi mandanti – Giovanna sosteneva che le voci che udiva erano dei Santi Caterina, Margherita e Michele – venne munita di stendardo ed armatura come un vero cavaliere e scese in guerra con l’esercito regio.

[ Clicca qui per continuare a leggere]

letteratura religiosa

La Chiesa nel Medioevo

La protezione della Chiesa era ritenuta centrale per la sua enorme importanza che aveva nel Medioevo. Si è detto che era impossibile essere atei in quel periodo: se questa è un’affermazione un po’ azzardata, c’è da dire che il mondo europeo medievale era ossessionato dalla religione cristiana.

Essa era rappresentata dalla Santa Chiesa Romana che sola stabiliva cos’era considerato dogma o meno, ossia qual era la verità del Cristianesimo. Tutta la discussione filosofica medievale si risolveva in discussioni su Dio. Chiunque andasse al di là della verità della Chiesa era considerato eretico e poteva essere ucciso per le sue idee. L’attenzione ai dogmi portò la stessa Chiesa Romana a “strappare” con la Chiesa Greca in quello che è stato definito “Scisma d’Oriente”.

Il Medioevo centrale è stato definito l’età delle cattedrali perché si diffusero in tutta Europa. Gli edifici ecclesiastici erano definiti “Bibbie di pietra” perché la stragrande maggioranza della popolazione, essendo analfabeta, imparava gli episodi chiave della Bibbia attraverso statue e raffigurazioni.

Il papato si scontrò continuamente con i poteri temporali dell’epoca: se riuscì a tenere testa all’Impero, non riuscì a evitare l’esilio ad Avignone nel XIV secolo sotto la pressione della monarchia francese: per 70 anni circa la sede del papato fu spostata in Francia e le elezioni papali videro sempre l’emergere di pontefici francesi.

Articoli correlati: [I nostri articoli sulla Chiesa medievale ]

Incoronazione di Carlo Magno Eginardo Vita Karoli

Carlo Magno: il primo imperatore

Chi era Carlo Magno? Qual era la sua personalità? Già durante la sua vita il fondatore del Sacro Romano Impero veniva esaltato dai contemporanei. Il suo mito fu poi consacrato dalle canzoni di gesta medievali.

Nella gestione del potere si basò sui cosiddetti “rapporti vassallatici – beneficari”, ossia quell’insieme di vincoli spesso riassunti col termine “feudalesimo” con cui l’imperatore si affidava a cavalieri di sua fiducia per la difesa e la gestione del regno. Con lui la figura del cavaliere diventa fondamentale in Europa centrale.

Inoltre ricompare l’istituzione imperiale, destinata a giocare un ruolo centrale nella politica europea.

Articoli correlati: [ I nostri articoli su Carlo Magno ]

medioevo

I bestiari medievali: manuali per lo studio degli animali e dei mostri

I bestiari medievali non sono (né vogliono essere) manuali di storia naturale secondo il senso moderno del termine, poiché non partivano dall’obiettivo di descrivere il reale secondo canoni scientifici, ma raccoglievano nozioni provenienti dai più disparati ambiti, come la predicazione religiosa, i racconti (si può citare a proposito l’influenza del Roman de Renart, scritti satirici in francese in cui gli animali sono rappresentati con caratteristiche umane) e le favole (soprattutto quelle dello scrittore greco Esopo), la letteratura allegorica, i proverbi e la scultura.

Dagli autori ellenici e romani ripresero la sistematica animale. La fauna era distinta in cinque grandi famiglie: i quadrupedi, i pesci, i serpenti, i vermi e gli uccelli. Gli autori dei bestiari collocarono ogni specie in una di queste categorie, dai confini alquanto elastici.

In questi taxa erano catalogate anche belve mitologiche, e ad alcune bestie realmente esistenti erano attribuite caratteristiche che esistevano solo nell’immaginario collettivo dell’epoca, fenomeno al quale oggi si fa riferimento col termine “zoologia immaginaria medievale”.

Questo fenomeno è riconducibile fondamentalmente a due ragioni: prima di tutto va premesso che la fonte principale di nozioni zoologiche fu la Naturalis Historia di Plinio, il quale nella sua opera raccoglieva le descrizioni di mostri e meraviglie fornitegli da viaggiatori e mitografi; il secondo motivo è rappresentato sostanzialmente dalla fede religiosa, vera causa a monte della stessa indagine naturalistica.

Ci si soffermava su certe caratteristiche piuttosto che su altre per celebrare la Creazione e diffondere precetti di teologia, più che di scienza. Certe belve erano descritte in maniera allegorica, accostandole talvolta a Cristo, talvolta, a seconda del contesto, alla figura del demonio.

Bouvines

Bouvines 1214: la più importante battaglia del Medioevo

Il 27 luglio del 1214 in una piccola città della Fiandra, attualmente in Francia, chiamata Bouvines, l’esercito francese sconfisse gli eserciti inglese e tedesco. L’esito della battaglia di Bouvines cambiò per sempre la storia del mondo.

La vittoria per l’esercito francese a Bouvines fu netta e densa di conseguenze per tutti i coinvolti nella battaglia, e non solo. Filippo II fu soprannominato “Augusto“, gli storici del periodo affermarono che il suo trionfo fu dovuto alla rottura della “tregua di Dio” di Ottone, che aveva osato combattere di domenica. Parlando delle conseguenze concrete, c’è chi ha affermato che in quel giorno “nacque la Francia”. La vittoria consentì a Filippo II di strappare a Giovanni d’Inghilterra importanti regioni come la Normandia e l’Angiò, iniziando la lenta conquista dei territori plantageneti.

La nobiltà inglese, che già non era in buoni rapporti con Giovanni, forte della sua sconfitta riuscì a strappargli un documento con cui quest’ultimo faceva notevoli concessioni ai suoi Lord: si tratta della “Magna Charta Libertatum“, considerata la prima base della tradizione parlamentare inglese. Innocenzo III ebbe la sua rivalsa imponendo un tributo annuale al re inglese, che divenne formalmente vassallo del Papa.

Le conseguenze peggiori della battaglia di Bouvines le ebbe Ottone di Brunswick: la sconfitta gli costò l’Impero. L’ascesa di Federico II portò alla sua incoronazione nell’anno successivo ad Aquisgrana, la “capitale” dell’Impero carolingio.

[ Clicca qui per approfondire la battaglia di Bouvines ]

la letteratura del duecento

Medioevo: come si divide?

Ma quando inizia il Medioevo? Quando finisce il Medioevo? Come si divide?

Gli storici hanno inventato alcuni sotto-periodi del Medioevo con cui si divide questa lunga epoca di mille anni. La divisione che è maggiormente nota in Italia è quella tra Alto Medioevo e Basso Medioevo. Abbiamo quindi un primo periodo che va dal V secolo all’anno Mille e un secondo periodo che inizia dall’anno Mille e finisce nel XV secolo.

L’anno Mille dividerebbe quindi il Medioevo in due epoche, una prima età maggiormente “buia” e una seconda età di rinascita. Questa divisione non è però condivisa da tutti gli storici. Nelle tradizioni dei paesi anglosassoni l’Età di Mezzo si divide in tre epoche: un Early Middle Ages dall’inizio al XI secolo, un High Middle Ages, tra i secoli XII e XIII, e un Late Middle Ages, fino al XV secolo.

Si tratta di una divisione del Medioevo simile a quella della storiografia tedesca, che divide quest’epoca in Frühmittelalter (V-VIII secolo), Hochmittelalter per i secoli intorno all’anno Mille e Spätmittelalter per i secoli dal XII e XV secolo.

[ Clicca qui per approfondire la periodizzazione del Medioevo ]

Matilde di Canosa

Matilde di Canossa: un esempio di donna al potere

Perché dire che il Medioevo fu un’epoca dura per le donne? Vissuta nell’Italia segnata dagli scontri fra l’Impero e la Chiesa, la grancontessa Matilde di Canossa emerse come la più potente signora dell’XI secolo.

Ella fu capace di determinare con la sua azione storica le sorti della Chiesa, che, trovandone irrinunciabile il protagonismo, sospese nei suoi confronti la sua tradizionale misoginia, e ne esaltò piuttosto l’aspetto di donna attiva nelle vicende del mondo.

[ Clicca qui per approfondire la figura di Matilde ]

La vita privata e gli amori di un monarca illuminato

L’imperatore Federico II e la sua corte

Attraverso l’arte e con l’arte, l’imperatore Federico II di Svevia creò un mondo ed un impero eredi della tradizione classica più pura. Proclamandosi, infatti, discendente diretto dei Cesari romani, voleva ben dimostrare come il suo governo fosse diverso da quello dei sovrani precedenti e che la sua renovatio dell’impero, così come quella carolingia, aveva come modello l’impero romano nelle figure di Augusto e Costantino.

La corte federiciana, considerata una vera e propria meraviglia, durante i numerosi viaggi e spostamenti, così variegata ed esotica, costituì il mezzo principale per il proliferarsi della cultura.

Articoli correlati: [ I nostri articoli su Federico II ]