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1789 – Parigi, l’età della Rivoluzione

Il periodo che va tra il 1715 e il 1848 è caratterizzato dalla diffusione delle idee dell’Illuminismo che portarono, nelle loro estreme conseguenze, ad una stagione di rivoluzioni che toccarono in primis Stati Uniti e Francia ma in generale tutta l’Europa. In una fase unica nella storia dell’umanità, rivoluzioni partite dal basso portarono alla nascita di nuove repubbliche ispirate alle idee di libertà, democrazia ed uguaglianza. In altri casi questi tentativi di cambiamento fallirono, come nel caso di numerosi moti del 1848.

la storia non Delacroix

La Parigi dei Borbone e la reggia di Versailles

La Rivoluzione avvenne perché i nobili e il Re non avevano la minima percezione di come vivesse il Popolo: come mai? La nobiltà viveva dalla metà del XVII secolo nella suntuosa Reggia di Versailles, voluta da Luigi XIV per controllare la corte da vicino.

La corte francese era dominata dall’etichetta. Ogni azione dei nobili francesi che popolavano la corte parigina era legata alla reazione che poteva suscitare negli altri: la società di corte francese viene descritta da Norbert Elias come microcosmo gerarchico, in cui ogni membro, incluso il re, doveva inevitabilmente presentarsi come inferiore o superiore rispetto agli altri nobili, situati sotto o sopra di lui nella scala sociale, attraverso determinate azioni codificate, per l’appunto, dall’etichetta di corte.

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Libertà, Montesquieu, Rivoluzione Francese

“La Libertà che guida il popolo”

“La libertà che guida il popolo” è il simbolo indiscusso dell’ideale repubblicano, e fu dipinta da Eugène Delacroix in omaggio alle brevi e gloriose giornate della rivoluzione del 28 luglio 1830. In primo piano l’artista distribuisce i corpi dei caduti resi con un realismo crudo e tagliente: il rivoluzionario a sinistra e i due soldati a destra, una guardia svizzera e un corazziere, appartenenti ai corpi impegnati da Carlo X contro l’insurrezione.

Nella parte centrale dell’opera Delacroix decide di mostrare i fautori della rivoluzione che seguono una figura ricca di simbolismo, una donna, che agita con fare fiero la bandiera francese e incita gli uomini a combattere per i propri diritti: è l’allegoria della libertà.

Secondo le fonti dell’epoca Delacroix non aveva partecipato attivamente all’insurrezione, ne è solo spettatore, ma con questa magnifica opera si unisce idealmente alla causa popolare. L’artista scrive in una lettera:

“HO COMINCIATO A LAVORARE SU UN SOGGETTO MODERNO, UNA BARRICATA…E, SE NON HO VINTO PER LA PATRIA, ALMENO DIPINGERÒ PER ESSA.”

Presa della Bastiglia

La Rivoluzione francese

La Rivoluzione Francese è uno degli eventi più importanti della Storia. Si tratta della prima rivoluzione in Europa a risultare non effimera, ossia che porta a risultati che rimangono stabili per un periodo di tempo considerevole.

Nel caso della Rivoluzione Francese, il popolo si ribella contro la monarchia. La Rivoluzione Francese porterà all’adozione di alcune idee illuministe nella gestione del potere diventando progressivamente più violenta, con la decapitazione del re e la caccia ai nobili.

Stabilire con precisione il momento d’inizio di una Rivoluzione non è mai facile, ma gli storici sono riusciti a scegliere una data comune di riferimento. Per cui possiamo dire che la Rivoluzione Francese scoppia il 14 luglio 1789 con la cosiddetta Presa della Bastiglia.

In quel giorno folle di popolani e borghesi presero, infatti, d’assalto la Bastiglia, prigione in cui si trovavano anche depositi di munizioni e polvere da sparo. Tale atto rappresentò una risposta a una situazione di tensione che durava da mesi a causa di un aumento spropositato del prezzo del pane, di una crescente disoccupazione e di diversi contrasti politici.

La fine può essere collocata il
9 novembre 1799, col colpo di stato di Napoleone. Dopo diverse fasi tumultuose, l’ascesa e la caduta di Robespierre e l’istituzione del Direttorio, il potere ritorna nelle mani di una sola persona.

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Kant Illuminismo

Il secolo dei Lumi

Il Settecento è stato definito “il secolo dei Lumi” (in francese Siècle des Lumières), dal termine francese che gli stessi illuministi usavano, in lingue diverse, per indicare la stagione culturale di quell’epoca. I filosofi (philosophes) consideravano l’Illuminismo la fase di superamento definitivo di un Medioevo ritenuto epoca buia e caratterizzato dal dogmatismo cristiano. La nuova filosofia, razionale, dava, secondo gli Illuministi, risposte più adeguate alle domande sul mondo.

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Anche la letteratura fu influenzata dal pensiero dei lumi, non più distaccata dal clima di controllo da parte della Chiesa della fase controriformistica.

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Napoleone alpi

Napoleone Bonaparte: il ritratto di un conquistatore

Nei 15 anni d’azione nel teatro europeo, Napoleone fu in grado di liberare un quantitativo immenso di forze ed energie sociali, fino ad allora represse.

Forze ed energie di cui era lui stesso un risultato, le stesse che con la grande Rivoluzione avevano dato inizio a quel “opera di sfaldamento della vecchia Europa”, di cui Napoleone fu il maggior artefice, accelerandone ed amplificandone gli esiti.

Per i suoi avversari Napoleone era “il figlio della rivoluzione”, era “l’uomo che per l’Inghilterra impersonava l’anarchia, la rivolta sociale, la violenza e l’orgoglio rivoluzionario e ne incarnava i grandi ideali”.

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David: il pittore della Rivoluzione… e di Napoleone

Fin dal 1786 Jacques-Louis David dimostrò di simpatizzare per la Rivoluzione per poi entrarvi a far parte in maniera attiva.
Partecipò alle riunioni dei gruppi rivoluzionari, appoggiò Robespierre, aderì al partito dei Giacobini. Come deputato nella Convenzione votò la morte del re.

Dopo la Rivoluzione ricevette numerosi incarichi ufficiali tra cui riforma dell’insegnamento e le istituzioni artistiche. Si occupò di musei e teatri, e delle nuove festività rivoluzionarie. Il culto dei santi fu sostituito da quello dei concetti filosofici, come la Dea Ragione o l’Essere Supremo. In queste occasioni David era incaricato di organizzare grandi cerimonie-spettacolo, e di disegnare scenografie e costumi. Quello che però rimaneva il suo ruolo più importante era rappresentare episodi e personaggi della Rivoluzione.

David affrontò i sui dipinti con uno stile diretto: i suoi personaggi possedevano una presenza e una austerità tale da renderli pari a eroi malgrado fossero uomini e donne a lui contemporanei.

Dopo un incontro fortuito con Napoleone, avvenuto in seguito alla stipula del trattato di Campoformio, l’artista iniziò a definirlo “eroe”. Da allora Napoleone sarà al centro di alcuni dipinti iconici di David.

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Loving Vincent, Starry Night

Montmartre, i Decadenti e gli Impressionisti

Ma dopo la fine delle rivoluzioni, come diventa Parigi? Il pensiero illuminista ha come erede quello positivista, ma la scena artistica più interessante di fine XIX secolo sarà quella d’avanguardia: da una parte gli adepti di Baudelaire e del suo stile decadente e simbolista, dall’altra le prime avanguardie pittoriche come l’Impressionismo e il post-Impressionismo.

Montmartre divenne il quartiere dei bohémien, ossia quegli artisti anticonformisti e dallo stile di vita disordinato che trasformarono Parigi nella capitale culturale mondiale durante quel periodo denominato dagli storici Belle Époque.

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La Rivoluzione dopo la Rivoluzione: i moti

La Rivoluzione francese non finì con Napoleone e neanche col Congresso di Vienna, ossia quella riunione dei più importanti politici d’Europa che doveva inaugurare l’epoca di restaurazione, un grande ritorno al passato.

La Rivoluzione ebbe un’onda lunga, ispirando diverse rivolte soprattutto nella prima metà dell’Ottocento: si tratta dei cosiddetti moti rivoluzionari, che si concentrarono nei bienni 1820-21 e 1830-31 e, soprattutto, nel 1848.

Questi eventi dimostrarono come il consenso degli intellettuali nei confronti delle idee della Rivoluzione era elevato. Ormai la Rivoluzione aveva cambiato il mondo, anche se i vecchi sovrani non l’accettavano. Nonostante molte di queste rivolte finirono con un fallimento, esse influenzarono comunque la politica degli Stati europei, che in diversi casi integrarono diverse idee della Rivoluzione nella gestione del potere o addirittura concedendo carte costituzionali.

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dispotismo illuminato

L’alleanza tra Illuminismo e Assolutismo: il Dispotismo illuminato

Si definisce monarca assoluto un sovrano che ha un potere sciolto, svincolato dalle leggi (in latino ab solutus significa, appunto, sciolto). Il sovrano assoluto più famoso è senz’altro Luigi XIV, detto Re Sole, che con la frase a lui attribuita, anche se quasi certamente mai pronunciata, “lo Stato sono io” bene rappresenta questo cambiamento del re, da giudice a fulcro delle decisioni politiche.

Anche se è il personaggio più famoso dell’Assolutismo, il Re Sole, non fu pienamente un monarca assoluto. Infatti, durante il suo regno operò per eliminare il potere concorrenziale dei nobili e cercò di unificare la cristianità francese, così come si impegnò per centralizzare la fiscalità, ma il potere non si era ancora del tutto solidificato attorno al Sovrano.

Durante il Settecento si ha inveceil momento di massima maturazione dell’Assolutismo. Altri monarchi avevano adottato le stesse misure di Luigi XIV volte a centralizzare il potere, a controllare il fisco, l’esercito, e la burocrazia. In parte ciò è dovuto anche al clima culturale settecentesco che ha permesso ai sovrani di attuare queste riforme godendo dell’appoggio dell’opinione pubblica, anzi in alcuni casi avvalendosi del consiglio degli intellettuali dell’epoca.

Questi ultimi miravano ad uno Stato più efficiente, senza oscurantismo religioso e superstizione e soprattutto senza nobili parassitari. Grazie a questa convergenza di interessi si passò alla fase finale dell’Assolutismo: il Dispotismo Illuminato.

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Foscolo

L’esilio di Ugo Foscolo

La rivoluzione francese aveva (spesso e volentieri) tradito i propugnati ideali di “libertà, uguaglianza e fratellanza” con l’uso della ghigliottina. Neanche l’impresa di Napoleone fu priva di ombre: il generale di Ajaccio, con la concentrazione del potere nelle sue mani, deluse l’animo di chi vide in lui una speranza di concretizzazione di tutti i messaggi della rivoluzione del 1789. Nella vasta galleria di animi delusi quello di Ugo Foscolo è il più importante, perché ci riguarda più da vicino.

Animato dagli ideali rivoluzionari, Foscolo sarà sempre un pellegrino in cerca di una patria che li rispecchi appieno. Ma anche se la libertà è la materia principale di cui è composta la sua anima, Foscolo non sopprime l’amore per la sua terra d’origine: Zante, l’isola greca che gli dette i natali e in cui vi passerà i primi sedici anni della sua esistenza (con qualche spostamento in Dalmazia). Mai il Foscolo la dimenticherà e le dedica uno dei sonetti più sentiti: A Zacinto

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