1520 – Il Mondo Azteco
Il ‘500 è senza dubbio l’era dei Conquistadores. Tale fenomeno è strettamente collegato alla scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo e, in generale, alle imprese dei grandi navigatori del periodo (Vespucci, Magellano, Vasco da Gama): grazie ai progressi della navigazione, gli Europei riuscirono ad approdare in America e ad inaugurare una stagione di conquiste che causò un altissimo numero di morti e la cancellazione della civiltà azteca in Messico e inca sulle Ande sudamericane. Questo periodo viene chiamato in inglese Early modern, ossia Prima età moderna, per distinguerlo dal Settecento illuminista.
Tenochtitlán: la capitale azteca
Tenochtitlán era la straordinaria capitale del mondo azteco: una città costruita su isolette circondate dall’acqua, come la nostra Venezia. Essa sorgeva sul lago messicano di Texcoco ed aveva un’estensione e una popolazione considerevoli per l’epoca. Era il risultato di un poderoso lavoro di ingegneria.
Essa fu rasa al suolo dai conquistadores guidati da Hernan Cortés e la città sparì dalla storia.
La conquista del Messico di Hernan Cortés
Hernán Cortés è passato alla storia per aver portato a termine in un lasso di tempo brevissimo, grossomodo tra il 1519 ed il 1521, e con un contingente modesto la conquista del Messico, sottomettendo l’impero azteco di Moctezuma II.
Molti storici hanno visto nella superiorità tecnologica dei Conquistadores e nella diffusione di malattie al loro passaggio le uniche cause di una così imprevedibile e grandiosa vittoria. Se è certamente vero che il possesso di armi da fuoco ha costituito per gli invasori un vantaggio non va però sottovalutato lo squilibrio numerico tra le forze in campo e la frequente inutilizzabilità delle suddette armi a causa della persistente umidità che bagnava le polveri impedendone l’innesco. I cavalli poi erano in numero troppo esiguo (soltanto 16) per risultare determinanti e non potevano essere impiegati negli scontri che si svolgevano negli stretti vicoli delle città azteche.
Ma se la vittoria spagnola in Messico non è figlia unicamente della superiorità tecnologica cosa l’ha determinata? Qual è la differenza fondamentale tra Spagnoli ed Aztechi che ha reso possibile il trionfo dei primi e l’obliterazione dei secondi nonostante le condizioni di partenza? La capacità di comprendere il nemico.
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Tenochtitlán: la capitale azteca
Gli Aztechi erano una delle maggiori società precolombiane dell’America Centrale. Al momento dell’incontro con gli Europei gli Aztechi avevano sottomesso un gran numero di popolazioni e controllavano gran parte del Messico; infatti, erano famosi per la loro aggressività e per il loro spirito guerriero. Il malcontento delle popolazioni sottomesse sarà una debolezza per loro fatale: i conquistadores sfrutteranno il risentimento delle popolazioni sottomesse a proprio vantaggio.
Il nome Aztechi però era usato dagli Europei, nella loro lingua, il nahuatl, essi si chiamavano Mexica o Tenochca. Furono chiamati “Aztechi” dagli Spagnoli per il mitico paese di provenienza “Aztlán”, che significa “terra del sole”. Il luogo di origine degli Aztechi non è ancora certo: secondo la mitologia azteca essi provenivano da una zona del Messico settentrionale.
Intorno al XII secolo abbandonarono la vita nomade per diventare sedentari, si stabilirono presso il lago Texcoco e nel 1325 fondarono la loro capitale Tenochtitlán (oggi Città del Messico). La cultura azteca era mesoamericana, cioè rientrava nel quadro più ampio della civiltà dell’America centrale (Mesoamerica) e in particolare della popolazione nahua.
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Bartolomè de Las Casàs difensore degli indiòs
Bartolomè de Las Casàs è conosciuto come l’autore della Brevisima relaciòn de la destrucción de las Indias, una denuncia sintetica scritta nel 1542 e destinata all’osservazione dell’Imperatore Carlo V.
Las Casàs denuncia i soprusi contro gli indiòs. Inizia questa attività con un atto simbolico: libera alcuni schiavi indigeni ottenuti tramite rapartimiento (istituto che obbligava gli indiòs a lavorare come schiavi).
Poi prosegue nel testimoniare in Europa le condizioni miserevoli dei nativi americani, ma fallisce diverse volte. La prima volta l’improvvisa morte del Re Ferdinando il Cattolico gli vieterà un orecchio attento. Invece nel 1518 furono senza successo le proteste fatte al governatore di Spagna Francisco Jiménez de Cinseros e del delegato reale Adriano di Utrecht (futuro papa Adriano VI).
Bartolomè vedrà qualche risultato della sua opera di denuncia solo nel 1520, quando nel presentare lo stato delle cose nel nuovo mondo riceve l’attenzione del Re-Imperatore Carlo V.
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Gli Inca: l’impero peruviano
Di tutte le civiltà precolombiane (Inca, Maya e Aztechi) quella degli Inca fu l’unica civiltà del Sud America che costruì un impero vero e proprio. Le civiltà precolombiane si distinguono da quelle del Nord America perché raggiunsero un alto livello di complessità sociale, economica e politica, lasciando come testimonianza imponenti monumenti e opere edilizie.
Gli Inca non solo, quindi, svilupparono una società complessa ma la imposero anche nei territori limitrofi conquistando le altre popolazioni e imponendo le proprie leggi. L’impero Inca durò per quattro secoli, fino al XVI secolo, quando arrivarono i conquistadores spagnoli e posero fine a questa civiltà.
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Francisco Pizarro e la conquista dell’impero Inca
Sulla scia del successo di Cortés, altri esploratori e avventurieri decisero di intraprendere spedizioni alla conquista di nuove terre: tra questi c’era Pizarro.
Pizarro fu uno dei conquistadores più famosi e durante la sua spedizione non esitò a servirsi di inganni e della violenza per sottomettere l’Impero Inca.
Negli anni in cui Pizarro si spostava verso Sud, l’impero Inca attraversava una lotta intestina per la successione al trono. I contendenti erano due fratelli Huascar e Atahualpa, si scontrarono duramente, ma nel momento in cui Athaualpa sembrava avere la meglio, l’arrivo di Pizarro cambiò le carte in tavola.
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Cristoforo Colombo e la scoperta del Nuovo Mondo
Le discussioni odierne imputano a Cristoforo Colombo la colpa dei genocidi perpetrati dai conquistadores. Se in realtà Colombo non fu coinvolto nelle spedizioni di Cortés e Pizarro (che furono successive alla sua morte), c’è da dire che i suoi viaggi furono talmente rivoluzionari da segnare uno spartiacque tra Medioevo ed Età Moderna.
Ovviamente nulla è così semplice come sembra e non bisogna pensare che da quel momento in poi ci sia stato un cambio repentino nella mentalità degli europei, anzi, e bisogna tener presente che Colombo non è il solo navigatore, è uno dei tanto esploratori che spinti dal quadro sociopolitico del momento si inoltravano oltre le colonne d’ Ercole. Ma dal 1492 la storia del mondo cambiò radicalmente.
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La circumnavigazione dell’Africa: un’impresa portoghese
Le prime innovazioni nella navigazione furono applicate dai Portoghesi nell’impresa della circumnavigazione dell’Africa. I Portoghesi avevano acquisito esperienza nella navigazione atlantica per via della pesca, che praticavano lungo le sponde nord-occidentali dell’Africa. Già dal XIII secolo le compagnie mercantili genovesi avevano iniziato ad usare il Portogallo come base, il che aveva dato ulteriore impulso alla navigazione. Il sovrano che però diede maggiore spinta verso la circumnavigazione dell’Africa fu Erico, figlio di Giovanni I e detto il Navigatore proprio per l’importanza che diede alle spedizioni per mare.
Nella seconda metà del Quattrocento i Portoghesi esplorarono l’Africa equatoriale e stabilirono le prime basi fortificate lungo le coste. In particolare, consolidarono la loro presenza nella Costa d’Oro, così chiamata per le ricche miniere d’oro già sfruttate dagli abitanti locali.
Nel frattempo i Turchi avevano assediato e conquistato Costantinopoli (1453) e controllavano la tratte commerciali. Quindi arrivare in Asia con il percorso tradizionale non era più sicuro e i prodotti che arrivavano dall’Oriente avevano prezzi molto più alti per via dei dazi imposti. Si cercò quindi un nuovo modo per raggiungere le Indie, la via migliore sembrava essere portare a termine la circumnavigazione dell’Africa. Fu lo stesso motivo che spinse Colombo nella sua impresa.
Nel 1487 Bartolomeo Diaz riuscì a doppiare il Capo di Buona Speranza e a raggiungere l’Oceano Indiano. Egli era salpato nel luglio del 1497 da Lisbona con tre caravelle, due delle quali armate di cannoni, e una nave d’appoggio, cioè destinata alla demolizione quando avessero esaurito le provviste che trasportava. Nel marzo raggiunsero l’isola di Mozambico, che faceva parte della rete di empori commerciali arabo-swahili che collegava i vari punti dell’Oceano Indiano.
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La Spagna imperiale degli Asburgo
Se il Portogallo fu il protagonista delle spedizioni africane, dietro quelle americane c’era la Spagna. Furono i regnanti spagnoli lungo il XVI secolo a finanziare le imprese dei Conquistadores, dopo aver finanziato la spedizione di Colombo nel 1492.
Nonostante l’enorme afflusso di ricchezze che arrivava in Spagna grazie allo sfruttamento delle colonie (soprattutto argento proveniente dal Sud America), gli Asburgo, la famiglia regnante spagnola, non riuscirono a sfruttare tali introiti per rafforzare la propria economia e, dopo la fine del cosiddetto “Siglo de Oro”, la Spagna entrò in una crisi economica da cui non si è più ripresa.
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La prima età moderna come Età dell’ Inquisizione
Tutte le spedizioni di questo periodo, da quella di Colombo alle guerre dei Conquistadores, erano ufficialmente motivate dalla volontà di convertire gli Indios. L’età moderna è l’epoca della conversione forzata e della repressione nel sangue delle differenti visioni religiose. Essa è propriamente l’epoca della famigerata Inquisizione spagnola.
Anche se si pensa che il Medioevo fu l’età dell’oscurantismo religioso, in realtà fu tra ‘500 e ‘600 che si scatenò l’odio religioso verso chi credeva in una diversa confessione cristiana. Dopo la spaccatura della chiesa, causata dalla riforma protestante, i cattolici perseguitavano i protestanti e i protestanti perseguitavano i cattolici, ma non solo: la caccia si scatenò nei confronti di Ebrei, Musulmani, oltre che eretici e presunte streghe. L’Inquisizione condannò grandi filosofi come Giordano Bruno e Tommaso Campanella per aver sostenuto idee diverse. In questo contesto non era per niente concepibile il “paganesimo” degli Indios e furono poche le voci contrarie alla loro conversione forzata (come Las Casàs e Montaigne).
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Le scoperte geografiche e le innovazioni rinascimentali
Gli anni a cavallo tra il XV e XVI secolo furono un periodo ricco di innovazioni e scoperte. Esse furono fondamentali per rendere possibile la spedizione di Colombo.
Nel XV secolo ci fu la vera novità in ambito di progettazione nautica: la caravella. La caravella è una nave a vela, anche se snella ha i fianchi arrotondati, con tre alberi a vele quadrate, usate per la spinta, e una a vela latina (cioè triangolare),per sfruttare meglio il vento e poter navigare controvento. Nonostante la nave fosse agile, la stiva ampia premetteva di stipare il necessario per tratte molto lunghe.
Successivamente, tra il XV e il XVI secolo, comparve il galeone. I galeoni erano evoluzioni delle galee, modificate per renderle più robuste e adatte ai viaggi di lunga durata. I galeoni avevano a poppa e prua più ordini di ponti. Erano in grado di resistere maggiormente al vento e alla tempesta. Oltre ai generi alimentari trasportavano anche armi e soldati, infatti sui ponti si trovavano cannoni e colubrine.
Altre modifiche importanti nella progettazione nautica furono il timone a barra posto a poppa e una diversa tecnica di costruzione degli scafi. Questi non erano più semplici tavole inchiodate tra loro, ma armature resistenti sostenute da supporti di legno.
La bussola secondo una leggenda sarebbe stata inventata da un certo Flavio Gioia di Amalfi nel Medioevo. In realtà era uno strumento già usato dai navigatori cinesi e furono gli Arabi che la importarono in Occidente nel XII secolo. Durante il Rinascimento fu perfezionata. La prima bussola completa con la rosa dei venti, fu probabilmente costruita da un portoghese, Ferrande, nel 1483.
L’astrolabio era usato per determinare la posizione dei corpi celesti e la loro altezza, con queste informazioni si calcolava poi la latitudine. Anche questo strumento ha origini antiche. Abbiamo trattati sull’astrolabio già nell’antichità classica, ma la tecnica dello strumento si raffinò del tempo. Fu uno strumento molto longevo, usato in Occidente fino al XVIII secolo, quando sarà sostituito dal telescopio, mentre in Oriente sarà usato fino al XIX secolo.
La carta nautica, o portolano, indicava le rotte marittime e collegava i porti tra loro, indicavano direzioni e distanze in modo preciso. Si usavano anche tavole basate su calcoli matematici per determinare la latitudine semplicemente osservando le stelle.
Queste innovazioni, unite alla cultura riscoperta e rinnovata permisero all’uomo di inoltrarsi oltre le colonne d’Ercole.
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Una scoperta americana: il cioccolato
Il cioccolato ha origine nel continente americano. Inizialmente le coltivazioni di cacao erano situate nel bacino amazzonico. In seguito si espansero lungo la costa pacifica dell’attuale Messico meridionale e Guatemala. Successivamente le piantagioni si espansero prima nell’istmo verso la costa atlantica e poi sull’altipiano del Messico. Il cioccolato era in uso tra le popolazioni che vivevano in quei luoghi: Olmechi, Maya, Toltechi e Aztechi.
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Le follie dell’imperatore: la Disney e l’America Latina
Il mondo inca è al centro del classico Disney del 2000 “Le follie dell’imperatore”. Ambientato in un’imprecisata località dell’America Latina d’epoca precolombiana, la pellicola ha come protagonista Kuzko, imperatore egocentrico e capriccioso. Al suo servizio c’è l’anziana consigliera Yzma, la quale però viene licenziata senza alcun rispetto. Per vendicarsi e ottenere il potere ella cerca di avvelenare Kuzko con una pozione. Tuttavia, il suo tonto aiutante Kronk, dà all’uomo la fiala sbagliata e Kuzko si trasforma in un lama.
Non avendo intenti documentaristici per Le follie dell’imperatore, la Disney può metterne in scena luoghi e personaggi adattandoli come meglio crede. Gli ambienti e gli edifici mostrati nel film vengono realizzati mescolando elementi considerati tipici delle civiltà precolombiane con altri molto più vicini alla nostra realtà quotidiana. Una scelta che contribuisce a rendere la comicità del film assurda e nonsense.
Un ottimo esempio può essere il palazzo di Kuzko. Posto sulla cima di una montagna, il palazzo imperiale ha le sembianze di una testa d’oro che può ricordare gli idoli dell’epoca. Al suo interno, tutto esprime ricchezza e potere, specialmente il trono dorato posto in cima a un’alta scalinata. Ma nel palazzo abbiamo anche il laboratorio segreto di Yzma, pieno di pozioni, veleni e alambicchi dalle più strane forme. Molto divertente la scelta di rendere l’ingresso al laboratorio un lungo ottovolante. Il concetto del luna park è ripreso anche con la descrizione di Kuzkotopia, un vero e proprio parco acquatico con tanto di area scivoli.
Al di fuori del palazzo, il paesaggio diventa più realistico, anche se non mancano alcune curiose aggiunte sfruttate per delle deliziose trovate comiche. Se ad esempio il villaggio di Pacha riesce a farci pensare a un villaggio precolombiano, non è possibile dimenticare la locanda in cui lui e Kuzko si fermano a mangiare durante il viaggio. Il posto ha tutti gli elementi tipici dei nostri fast-food: una mascotte fuori al locale e sui menù, il cheddar come ingrediente aggiuntivo, persino la possibilità di organizzare una festa di compleanno. Un’unione dunque tra modernità e tradizione, tra il capitalismo occidentale e l’immaginario collettivo di un lontano passato.