79 d. – Pompei ed Ercolano
Grazie all’Illuminismo, corrente filosofica del ‘700, gli intellettuali svilupparono una nuova attenzione nei confronti del mondo greco-romano definita “neoclassicismo“. Fu in questo periodo che iniziarono le grandi campagne archeologiche che portarono, nella seconda metà del ‘700, alla scoperta delle rovine di Pompei ed Ercolano. Grazie a queste scoperte abbiamo compreso tantissimo su come si svolgeva la vita quotidiana nell’Impero Romano.
Pompei: una città in rovina
Pompei: la città che ci ha permesso di conoscere come era costruita e come si viveva in una città romana. L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. distrusse le città vicine di Pompei, Ercolano, Stabia e Oplontis ma, al contempo, le preservò grazie al materiale che si era depositato sugli edifici romani. Le campagne di scavo della seconda metà del ‘700 hanno riportato alla luce numerosi edifici del mondo romano.
Ercolano e la Villa dei Papiri
L’altra città che ci ha mostrato tanto della vita romana è Ercolano: proprio passeggiando tra gli scavi di Ercolano, ci ritroviamo dinanzi ad una delle scoperte archeologiche più importanti e preziose di tutto il mondo, la Villa dei Papiri. La Villa romana fu chiamata, in realtà, Villa dei Pisoni, dal nome del suo proprietario, Lucio Calpurnio Pisone, suocero di Giulio Cesare, nonchè potente e ricco uomo di cultura.
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Le elezioni a Pompei
Capita spesso di chiedersi, camminando tra le vie di uno dei più famosi siti archeologici al mondo, come funzionassero le elezioni in una realtà come quella di Pompei. Quanto il sistema romano poteva dirsi democratico? Chi poteva candidarsi e da chi era supportato?
La Villa dei Misteri di Pompei
La Villa dei Misteri è collocata fuori dalle mura dell’antica città e coniuga in sé le caratteristiche dei due tipi di ville romane: quella rustica, organizzata per la gestione dei campi coltivati, e quella urbana, residenza lussuosa destinata ad essere abitata. L’interno della costruzione è diviso in varie stanze con dipinti interessanti, ma la decorazione che ha dato il nome alla villa, unica nel suo genere, è un affresco.
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Ricordati che devi morire…!
Con memento mori si intendono tutte le espressioni filosofiche, letterarie o artistiche che rimandano alla riflessione sulla caducità della vita e sull’inevitabilità della morte. Partorito dalla filosofia ellenistica, il memento mori assunse poi caratteristiche propriamente romane, a partire dalla lingua in cui questa espressione viene ancora oggi ricordata. Alla fine dei banchetti veniva mostrato alcune volte uno scheletrino d’argento, chiamato larva convivialis, con lo scopo di ricordare agli invitati il termine della vita. Diversi mosaici a Pompei, collocati nelle sale in cui si svolgevano i banchetti, riprendono questo tema.
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Il culto di Priapo a Pompei
Pompei era il cuore pulsante del licenzioso culto per Priapo, come è ben testimoniato dalle pitture e le sculture superstiti; questo culto è così sopravvissuto anche alla distruzione della città, causata dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C (non a caso salutata dai cristiani come una punizione del Divino).
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Napoli greco-romana
Pompei è solamente il più vistoso esempio dell’archeologia romana. Il Sud d’Italia, definito “Magna Grecia”, è tutto ricco di ritrovamenti archeologici che ci hanno trasmesso molte informazioni sull’età romana. I ritrovamenti archeologici nella città di Napoli, l’antica Neapolis, sono ugualmente importanti per i resti di monumenti greco-romani che sono stati riportati alla luce.
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