Portale:Scandinavia vichinga

865 – Scandinavia vichinga

Con la parola Vichinghi si indicano quelle popolazioni che, provenienti dalla Scandinavia e dalla Danimarca, misero a ferro e a fuoco l’Europa occidentale nel IX secolo. Nonostante la caduta dell’Impero romano d’Occidente nel 476 sia dai molti considerato il momento d’inizio di un’epoca buia, in realtà fu il nono secolo a rappresentare l’inizio di anni bui per l’Europa, caratterizzati dai saccheggi di Vichinghi, Ungari e Arabi. I Vichinghi erano caratterizzati dall’uso dei drakkar, agili imbarcazioni che gli consentivano di viaggiare per mare con maestria in un’epoca in cui i viaggi marittimi erano limitati. I Vichinghi, chiamati anche Normanni, vennero poi “normalizzati” dall’Europa cristiana, dando avvio a dinastie che regnavano in Inghilterra, Normandia (regione a nord della Francia che da loro prese il nome) e Italia Meridionale.

Jórvík

Jórvík: la base vichinga in Inghilterra

Jórvík era il nome norreno di York, la città inglese che divenne l’obiettivo della “Grande invasione danese” dell’865. I figli del re semi-leggendario Ragnar Lodbrok partirono dalla Danimarca e dalla Scandinavia con un’armata vichinga per invadere l’Inghilterra, stabilendo il cosiddetto Regno di Jórvík, che rimase indipendente per un centinaio di anni.

Bugia

I Vichinghi non usavano elmi cornuti per combattere

Li usavano, invece, come calice per bere l’idromele. Ad usare elmi del genere erano i celti, le popolazioni della Britannia pre-romana. Il malinteso è nato intorno al ‘600, quando nel rango di “popolazioni germaniche” vi rientravano anche quelle che in realtà non venivano dai territori al di là del Reno, ed è continuato fino a Richard Wagner. Il compositore ha dato vita al ciclo L’anello del Nibelungo, dove le Valchirie portavano gli elmi con corna di vacca. L’odierna iconografia prende a modello proprio l’opera di Wagner, tranne la serie televisiva Vikings, che cerca di essere quanto è più possibile aderente alla realtà storica.

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Thor, Loki e Odino: la mitologia nordica

Siamo ormai abituati a sentir parlare delle divinità dei Normanni: protagonisti dei film Marvel, di serie TV o di videogiochi, personaggi come Thor e Loki sono ormai ovunque. Ma come sono descritti nella mitologia medievale? Clicca di seguito sui nostri articoli per scoprirlo.

* Thor ed il suo martello, tra Marvel ed archeologia
* Loki, il burlone che ingannava gli dèi norreni
* I nove mondi della mitologia norrena
* Yggdrasill, frassino mitologico: l’albero cosmico

Valhalla Rising

Vichinghi al cinema: Valhalla Rising

Sporco in ogni sua parte, insudiciato del sangue dei suoi omicidi più che sulla pelle al di sotto di essa, nutrito e imbevuto di odio, muto, impassibile, mezzo cieco e, per questo, come da tradizione classica, tormentato da visioni profetiche: One-eye è un prigioniero di vichinghi pagani che ne fanno una fonte di guadagno e di protezione.
Questa la trama di Valhalla Rising, film di Nicolas Winding Refn, una descrizione dei Vichinghi più cruda rispetto a quella a cui siamo abituati a vedere nei film Marvel.

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Berserker: gli uomini belva

Fin dall’antichità la figura del guerriero è sempre stata associata a un qualcosa di magico e di sacrale. La sua forza e la sua potenza in battaglia sono sempre state oggetto di lodi e celebrazioni da parte di sovrani, poeti e gente comune. Ma esistono anche figure di guerrieri che rappresentano l’espressione della furia distruttrice della battaglia.
Questi guerrieri hanno origini nordico/germaniche e sono conosciuti con il nome di berserker. I berserker e le loro gesta sono stati oggetto della maggior parte delle saghe nordiche scritte in età antica e medievale. Alcune presentano una celebrazione del guerriero belva mentre altre, grazie anche all’influenza del cristianesimo, lo condannano come un’anima in perenne dannazione.

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rune futhark

Le rune: magia e scrittura nel mondo germanico

Nell’Havamal, la “canzone dell’eccelso” contenuta nell’Edda poetica, Odino stesso racconta il suo rito d’iniziazione: egli rimase appeso per nove notti e nove giorni ad Yggdrasill, il frassino cosmico, per ricevere la conoscenza magica fornita dalle rune.

LO SO CHE SONO STATO APPESO
AL TRONCO SCOSSO DAL VENTO
NOVE INTERE NOTTI,
DA UNA LANCIA FERITO
E SACRIFICATO A ODINO,
IO A ME STESSO,
SU QUELL’ALBERO
CHE NESSUNO CONOSCE
DOVE DALLA RADICI S’ERGA.

Poche strofe più avanti leggiamo:

RUNE TU TROVERAI
E CARATTERI CHIARI,
CARATTERI MOLTO GRANDI
CARATTERI MOLTO SALDI
CHE DIPINSE IL POSSENTE POETA
E FECERO GLI DÈI
E INCISE LA VOCE DEGLI DÈI.

Da questi versi emerge chiaramente l’importanza che rivestiva la scrittura runica nel mondo germanico e scandinavo; per meglio comprenderla bisogna però capire in che modo fosse concepita la magia. Accanto ad un utilizzo “passivo” delle rune, a scopo divinatorio, esisteva infatti anche un utilizzo “attivo” e magico, ossia una pratica mediante la quale si riteneva di poter entrare in contatto con la forza misteriosa che governava la vita del cosmo per tentare di manipolarla a proprio vantaggio.

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migrazioni di popoli

Le invasioni barbariche

Con la parola “barbari” si indicano tutte quelle popolazioni che invasero l’Impero romano contribuendo alla sua fine. La loro invasione avrebbe provocato l’inizio di un’epoca buia, il Medioevo, ma in realtà la fine dell’Impero fu meno traumatica di quanto si pensi: tant’è che l’arrivo dei Vichinghi fu più devastante!
La società occidentale è figlia dell’incontro tra il mondo romano e quello barbarico. Le invasioni dei Vichinghi, o Normanni, sono solo le ultime di questo genere.

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Beowulf

Un uomo dotato di smisurata forza fisica e notevole capacità dialettica lascia la sua patria, la terra dei Geati, per accorrere in aiuto di un re Danese, la cui dimora è da lungo tempo minacciata dalle scorrerie di un mostro. Non si tratta dell’incipit di un romanzo fantasy ma di Beowulf, il più antico poema (anonimo) della tradizione letteraria germanica che sia giunto completo fino a noi.

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mitologia nordica narrativa contemporanea

Mitologia nordica e narrativa contemporanea

La mitologia nordica non ha smesso di essere proficua sotto il profilo letterario: ancora oggi si scrivono libri ispirati ai miti vichinghi. Noi ve ne indichiamo alcuni.

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La canzone dei Nibelunghi

Un gelido scenario di castelli e foreste è il simbolo che la nostra mente figura una volta sentito nominare il Regno del Nord. Sappiamo bene che ogni civiltà gode e vive di leggende, leggende d’amore e di morte, leggende di corpi e leggende d’armi. Al volo del drago, Sigfrido china gli occhi e lancia lo scudo, mentre la dolce sposa diventa una novella Trisifone. Questo il tragico e fantastico mondo della Canzone dei Nibelunghi.

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Athelstan: il re che resistette ai Vichinghi

Non tutti venivano travolti dalla carica vichinga: Athelstan fu il primo sovrano del Regno d’Inghilterra, la cui nascita si lega alla storia della dinastia del Wessex e alle guerre contro i Vichinghi, da cui risultò vincitore.

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Le due rune che formano le iniziali del re Harald, la H e la B, sovrapposte creano il simbolo del bluetooth

Bluetooth: un’invenzione… vichinga?

Harald Blatand, letteralmente Aroldo I Dente Azzurro (Bluetooth), fu un re di Danimarca, ma non uno qualsiasi. In cinquant’anni di dominio, riuscì a unificare religiosamente e politicamente il regno di Danimarca, allora frammentato e composto dalla sola penisola dello Jutland. Il re Harald era detto blatand, ossia dente azzurro o dente blu, forse perché aveva un dente morto di colore bluastro, forse perché era ghiotto di mirtilli o forse, più plausibilmente, perché si tingeva i denti di blu prima di scendere sul campo di battaglia, per terrorizzare i suoi avversari e circondare di un’aura demoniaca sé e i suoi soldati.

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